Domenico Modugno e Messina

Lu pisci spada è una canzone di Domenico Modugno, dal pathos drammatico e romantico, in cui si coglie il rapporto, davvero speciale, che aveva con la Sicilia e, in particolare, con Messina. Con la sua voce appassionata, accompagna un suggestivo video girato in una feluca in azione nel nostro Stretto, durante la caccia al pescespada da parte di un gruppo di pescatori. È una storia marinara che ha ispirato i versi, in siciliano, del grande cantante pugliese, i cui protagonisti sono due pesci innamorati. La storia narra di alcuni pescatori che, dopo aver arpionato un pescespada e mentre stavano per deporlo sulla spiaggia, si accorsero che un altro pescespada voleva raggiungere, a salti, la compagna ferita. Questo fu il segno del suo grande amore che lo spinse al sacrificio. La storia colpì il nostro Mimmo che, così, ne compose in versi la canzone Lu piscispada, che ebbe un grande successo e un ruolo notevole nel rilancio della caccia al pescespada e fu al centro di documentari storici, basti citare, Tra Scilla e Carriddi e Lu tempu di lu piscispada, diretto da Vittorio De Seta.

La voce accorata e appassionata di Modugno ha fatto anche da sfondo a diversi documentari e Lu piscispada rappresenta il rapporto particolare, l’amore che aveva Modugno per la nostra città e fu proprio con questa canzone che volle rendere omaggio alle tradizioni marinare di Messina. Il cantautore era legato alla nostra città anche perché la moglie è una nostra concittadina. Amava passeggiare nella zona del Ringo affacciato sullo Stretto, dilettandosi – come raccontano alcuni testimoni – a suonare la chitarra presso la villa Mazzini. La moglie, Franca Gandolfi, nativa di Montalbano Elicona, figlia di un colonnello, abitava nel villaggio Regina Elena, dove i Gandolfi gestivano una lavanderia e ha frequentato il nostro liceo classico Giuseppe La Farina. Modugno frequentò Taormina, negli anni cinquanta/sessanta, e, in un giardino del Casinò, cantò la celeberrima Resta cu’ me. Si dichiarava siciliano per adozione, la sicilianità era per lui come un cordone ombelicale e questo vincolo d’amore lo tenne legato alla nostra isola del sole fino alla morte, che avvenne a Lampedusa, nell’agosto del 1994.

di Alfonso Saya

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