La Conversione di Giosuè Carducci

Don Luigi Orione ha affermato che Giosuè Carducci, autore de L’Inno a Satana, si sia convertito alla religione cattolica. Difatti, negli ultimi anni della sua vita, era solito dire: “La Vergine mi deve voler bene, perché ne ho parlato bene”. Alludeva alla sua bellissima poesia, La chiesa di Polenta: “Ave Maria! Quando su l’aure corre/l’umil saluto, i piccioli mortali/scovrono il capo, curvano la fronte/Dante ed Aroldo…Taccion le fiere e gli uomini e le cose/ roseo il tramonto ne l’azzurro sfuma,/ mormoran gli alti vertici ondeggianti/ Ave Maria”. Don Orione, insegnante di lettere, amava tanto questa poesia e la faceva studiare ai suoi alunni. Ha seguito, con interesse, la vicenda poetica e spirituale del poeta in un suo viaggio marittimo, sulla nave Conte Grande, alla volta di Buenos Aires. Nel 1934, parlando ai passeggeri, rivelò che il poeta si era convertito alla religione cattolica e si era, addirittura, confessato e comunicato.

Questa clamorosa rivelazione è stata confermata dalla figlia del Carducci che, nel suo epistolario, ha segnalato un appuntamento del padre con l’abate Chanoux. Inoltre, don Orione afferma d’aver saputo dalla contessa Pasolini che il Carducci, negli ultimi periodi della sua vita, mostrava a chi l’avvicinava che nel suo spirito era entrata un’alta luce che lo riempiva di gioia e di serenità, che si era operato un cambiamento. Nel suo ultimo periodo, era solito dire quelle parole. Citava pure un giudizio sul libro L’imitazione di Cristo, il più sublime libro religioso del Medioevo, che rompe i cancelli di quella età e corre e spazia per secoli, e l’invade, ricco e forte di divina luce e di giovinezza sempre nuova. Cita ancora, il Carducci, quel famoso Canto: “Già troppo odiammo, amiamo!”.

di Alfonso Saya

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