‘Umiltà e Splendore’, in mostra a Taormina i capolavori dei conventi cappuccini siciliani

A Taormina, nei due piani di Palazzo Ciampoli, è aperta al pubblico la mostra ‘Umiltà e splendore. L’arte nei conventi cappuccini del Valdemone tra Controriforma e Barocco’, organizzata e prodotta dal Parco Archeologico Naxos Taormina, in collaborazione con la Soprintendenza dei Beni Culturali di Messina, cui è affidata la responsabilità scientifica, e promossa dalla Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Messina e dall’Associazione Intervolumina. Visitabile con ingresso gratuito fino al 14 settembre. Una trentina le opere incluse nel percorso espositivo di Palazzo Ciampoli che, tra i punti di forza, può contare sulla presenza di cinque grandi pale d’altare, di non facile movimentazione, che provengono dalle chiese cappuccine di alcuni centri collinari della Sicilia nordorientale e dall’entroterra etneo. Per la prima volta, si potrà consentire al pubblico di apprezzare, attraverso un approccio ravvicinato, queste opere straordinarie, solitamente visibili a distanza e con l’inevitabile filtro di altari e tabernacoli lignei che ne impediscono una visione integrale. Tra le tele eseguite da artisti di fama internazionale per i cappuccini del Valdemone, grazie alla mediazione dei generali dell’Ordine e alla munificenza del ceto aristocratico siciliano del tempo, spiccano la preziosa ‘Madonna degli Angeli con San Francesco e Santa Chiara’, dipinta da Scipione Pulzone (nel 1588) per la chiesa di Mistretta, opera cruciale per i contenuti della manifestazione e modello iconografico che incarna i dettami della Controriforma, e la scenografica ‘Trasfigurazione’, realizzata per i Cappuccini di Randazzo, nella prima metà del Seicento, dal pittore parmense Giovanni Lanfranco, tra i più noti esponenti della pittura barocca italiana.

Si segnala, inoltre, il caso della Madonna degli angeli e santi francescani del Convento di Pettineo, realizzata, nel 1722, dal pittore fiammingo Guglielmo Borremans e restituita al pubblico dopo un lungo e paziente lavoro di restauro che – per la gioia degli studiosi – ha svelato anche la firma autografa e la data di realizzazione sinora nascoste dalla grande cornice. I prestiti provengono dal MuMe (Museo regionale interdisciplinare) di Messina, dal Museo fra’ Gianmaria da Tusa di Gibilmanna, dalla Pinacoteca Zelantea di Acireale, dal Museo civico di Castroreale e dai conventi di Adrano, Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale, Catania, Francavilla di Sicilia, Gibilmanna, Messina, Milazzo, Mistretta, Naso, Pettineo, Randazzo, Tortorici, Tusa e Troina. Tra gli artisti in mostra, i nomi più noti sono Scipione Pulzone, Durante Alberti, Giovanni Lanfranco, Mathias Stomer, Guglielmo Borremans, Onofrio Gabrieli, Giacinto Platania e i frati Feliciano da Messina e Umile da Messina.

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