La terrazza del convento

Nella quarantena a causa del Covid
Mi sono finito imprigionato,
Al convento tutti giorni e notti
Pensavo Paulo il naufragato.

Anche lui, poveretto la rimase
Chiuso stretto nella nave nel mare,
Onda dopo l’altra ma alla fine
si salvò dalla morte infernale.

Con questi atteggiamenti mi sono
Incoraggiato ad andare piano,
Alla nostra tanto amata terrazza
Con il libro o corona in mano.

E passeggio, camminando col passo
D’una coccinella avanti, dietro,
Intercedo per varie intenzioni
Inclusa per il successore di Pietro.

E più che cammino sulla terrazza
Più il Signore mi dà tante idee,
Forse perché sono così piccolo
Conto davvero coi semplici plebei.

E quando passeggio a volte rido
E piango forte allo stesso tempo,
E quando l’aria si rinfresca assai
Ritiro, mi fa paura il maltempo.

Su questa terrazza così splendida
Vedo il celebre cantiere navale,
Chissà quanta gente lì lavorava
Nella sorte sia buona che male.

Vedo anche la Chiesa tanto imperiosa
Dedicata a Cristo, il Nostro Re,
Quando la guardo mi dà la speranza
Che la celebro bevendo il caffè.

Su di me il cielo azzurrissimo
Mi gioisce perché primaverile,
Allora godo il sole e l’aria
È il regalo che mi dà Aprile.

Il giorno se n’è andato veloce
Sento ormai quel freddissimo vento,
Ti saluto e benedico tanto
Terrazza mia del nostro convento.

di Fra Mario Attard

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