Nel suo consueto messaggio per la Quaresima, esattamente per la Quaresima di quest’anno così provato sia dal Covid che nel conflitto sanguinoso nell’amata Ucraina, papa Francesco scrive: “La Quaresima è tempo favorevole di rinnovamento personale e comunitario che ci conduce alla Pasqua di Gesù Cristo morto e risorto”. Un tempo personale di rinnovamento. In un post su Facebook, papa Francesco propone, a tutti noi, 15 semplici atti di carità che tutti possiamo fare non soltanto in questa Quaresima, ma in tutta la nostra vita. Il primo: salutare sempre e ovunque. Il secondo: ringraziamenti, anche se non ‘dovresti’ farlo. Il terzo: ricordare agli altri quanto li ami. Il quarto: salutare con gioia quelle persone che vedi tutti i giorni. Il quinto: ascoltare la storia dell’altro, senza pregiudizi, con amore. Il sesto: fermarti per aiutare. Stare attento a chi ha bisogno di te. Il settimo: tirare su il morale a qualcuno. L’ottavo: celebrare le qualità o successi di un altro. Il nono: selezionare ciò che non usi e regalarlo a chi ne ha bisogno. Il decimo: aiutare quando serve per far riposare un altro. L’undicesimo: correggi con amore, non tacere per paura. Il dodicesimo: avere buoni dettagli con quelli che ti stanno vicino. Il tredicesimo: pulire quello che uso a casa. Il quattordicesimo: aiutare gli altri a superare gli ostacoli. E il quindicesimo: chiama i tuoi genitori se hai la fortuna di averli.
Il tipo di digiuno che propone papa Francesco è assai pratico. Il primo: digiuna di parole offensive e trasmetti parole gentili. Il secondo: digiuna di scontenti e riempiti di gratitudine. Il terzo: digiuna di rabbia e riempiti di mitezza e pazienza. Il quarto: digiuna di pessimismo e riempiti di speranza e ottimismo. Il quinto: digiuna di preoccupazioni e riempiti di fiducia in Dio. Il sesto: digiuna di lamentarti e riempiti delle cose semplici della vita. Il settimo: digiuna di pressione e riempiti di preghiera. L’ottavo: digiuna di tristezza e amarezza, e riempiti il cuore di gioia. Il nono: digiuna di egoismo e riempiti di compassione per gli altri. Il decimo: digiuna di mancanza di perdono e riempiti di atteggiamenti di riconciliazione. L’undicesimo: digiuna di parole e riempiti di silenzio, e di ascoltare gli altri. Se decidiamo di lasciare la grazia di Dio che agisce e digiuniamo di queste false attitudini, la nostra vita quotidiana si riempirà di pace, fiducia, gioia, e vita.
Questa grande saggezza che lo Spirito Santo ha dato a papa Francesco ci fa essere anche caritatevoli, come comunità, verso quelli che soffrono. In pratica, questo anche significa essere vicini al popolo ucraino che sta soffrendo moltissimo. Accogliamo con cuore i profughi ucraini e anche gli altri profughi nei nostri paesi. Apriamo le nostre famiglie e comunità per loro. Nello stesso tempo, digiuniamo dal pregiudizio e dall’odio. Non è giusto demonizzare il popolo russo in questa vicenda. Questo grande popolo non c’entra niente con i suoi governanti. Ma preghiamo che questo popolo abbia il coraggio, la carità e il dovere umano e cristiano di far ricordare seriamente a suoi politici che la pace, la riconciliazione, la giustizia, la libertà e la dignità di ogni persona, e dei popoli interi sono intoccabili sia internamente che esternamente, nei rapporti di quel paese con gli altri paesi. Ogni paese ha il diritto alla sua sovranità e integrità nazionale. Non c’è posto per una guerra tra i fratelli!
Lasciamo le parole fortissime di papa Francesco, dette alla fine della catechesi del 2 marzo 2022, che ci aiutano a essere sempre solidali a questo coraggioso popolo ucraino che è martellato dalle bombe e attacchi ingiusti della guerra: “Saluto cordialmente tutti i polacchi. Voi, per primi, avete sostenuto l’Ucraina aprendo i vostri confini, i vostri cuori e le porte delle vostre case agli ucraini che scappano dalla guerra. State offrendo generosamente a loro tutto il necessario perché possano vivere dignitosamente, nonostante la drammaticità del momento. Vi sono profondamente grato e vi benedico di cuore! E questo frate francescano che fa lo speaker adesso, in polacco: ma lui è ucraino! E i suoi genitori sono in questo momento nei rifugi sotto terra, per difendersi dalle bombe, in un posto vicino a Kiev. E lui continua a fare il suo dovere qui, con noi. Accompagnando lui accompagniamo tutto il popolo che sta soffrendo dei bombardamenti, i suoi genitori anziani e tanti anziani che sono nel sotto terra per difendersi. Portiamo nel cuore il ricordo di questo popolo. E [rivolto a lui] grazie a te per continuare nel lavoro”. Questo è il vero rinnovamento personale e comunitario della Quaresima!
di Fra Mario Attard