Due ‘storici’ fotoreporter messinesi

È doveroso ricordare due ‘storici’ fotoreporter: Natalino Saya e Michelangelo Vizzini, per gli amici ‘Mimmo’, poiché hanno impresso – come ha scritto l’indimenticabile giornalista Francesco Bonardelli – attraverso l’occhio del loro obiettivo fotografico, nella memoria delle generazioni dell’ultimo mezzo secolo, le immagini della nostra città.Non si somigliavano i due – scrive ancora il nostro Bonardelli –, né fisicamente, né caratterialmente: longilineo e chiassoso il primo, basso e taciturno il secondo”. In un aspetto, però, della loro professionalità, non differivano: era il coraggio, la temerarietà, addirittura, l’incoscienza di fronte al pericolo, quando dovevano portare a termine la loro ‘missione’. Vizzini rischiò la vita, in occasione della Festa della ‘Vara’, mentre cercava la posizione migliore per immortalarla; Natalino Saya rischiò di rimanere prigioniero in una nave straniera, per avere varcato al porto, il confine imposto dalle transenne. La professionalità li accomunava. Erano sempre in movimento ed erano dei personaggi famosi. Chi non li conosceva? Erano sempre a disposizione per la ‘notizia’, per renderla viva con le immagini scattate. In questo senso, hanno anticipato la Civiltà dell’immagine. Tante volte, un’immagine è più eloquente delle parole scritte, perla al cuore e alla mente, determina un impatto emotivo e la bravura del fotografo consiste nel cogliere il momento importante, quello più significativo. Sotto questo profilo, sono stati, davvero, dei bravi fotoreporter e non possiamo non ricordarli perché sono entrati, a pieno titolo, nella Storia della nostra città.

di Alfonso Saya

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