Messina sin dalle origini

La nostra bella Sicilia, con la sua antica storia plurimillenaria, è una delle Isole più importanti del Mare Nostrum, in quanto è la più adatta a offrirsi come uno dei migliori scenari culturali in grado di scatenare grandi emozioni, predisponendo gli animi ad altissime suggestioni di fronte alla più alta concentrazione di bellezze naturali, artistiche e umane, con le sue tradizioni e i suoi valori rivenienti da culle del passato come i fenici, i greci, i romani, i bizantini, gli arabi, i normanni, gli spagnoli e i francesi, che hanno lasciato impronte indelebili di inestimabili valori. Unitamente al forte senso dell’innata ospitalità dei suoi abitanti, è la terra che ha dato i natali a filosofi, santi, artisti di grande fama, scienziati a livello mondiale, grandi poeti e scrittori che hanno contribuito e contribuiscono, fino a oggi, ad aumentare, in modo particolare, il fascino e la magnificenza di questa terra, crocevia di miti, leggende e tradizioni sacre e profane. Pertanto, tenendo conto della sua inconfondibile forma di un triangolo, inizieremo a sfogliare queste pagine della memoria partendo proprio da Messina e da quel tratto di quel mitico mare dell’omonimo Stretto, dove passarono e sostarono Enea e Ulisse, forse, anche in questo porto a forma di falce, di questa falce che nell’immaginario del popolo messinese rimane come un vero e unico emblema della propria indiscussa identità.

Missina c’era e Roma era campagna”, questo è l’inizio dei primi versi di una poesia del nostro poeta Pasquale Salvatore, che non hanno, assolutamente, bisogno di alcun commento in quanto descrivono con molta chiarezza che quando Messina già esisteva, Roma, la città definita ‘eterna’, non era stata ancora fondata, perché il Lazio oltre a essere pieno di acquitrini, fino a metà del VII sec. a.C., era popolata da numerose tribù raggruppate in minuscoli villaggi; in sostanza, non possedeva né un’unità etnica, né quella politica e solo alla vigilia della grande espansione degli etruschi verso sud queste popolazioni presero coscienza e, in qualche modo, anche religiosa e s’insediarono sulle alture romane per formare una specie di federazione militare e il nome stesso della futura Roma era ‘Septimontium’ (federazione dei sette colli) e rappresentava soltanto una rozza forma di associazione senza nessuna unità politica né alcun potere centralizzato (cfr. quanto riportato ne “La civiltà degli Etruschi”, Zeus Editoriale – La Spezia 2000).

Le testimonianze degli antichi scrittori danno di Messina una presenza storica a partire dal sec. VIII a.C., collegata con l’arrivo sulle sponde dello Stretto dei colonizzatori ellenici, ma se vogliamo ancora andare indietro, agli albori della vita, quando giunsero, agli inizi del Neolitico medio all’Età del Bronzo, in questi nuovi siti i primi esseri umani (sicani e successivamente siculi), probabilmente, tutta l’area peloritana risentiva ancora degli assestamenti geologici con ripetuti e violenti eventi sismici, tra l’altro affiancati da fortissime tempeste marine, ma anche da forti venti e piogge e, sicuramente, questi eventi dovettero impressionare molto questi esseri semplici e, per certi versi, inesperti, tanto da fare sorgere in loro la certezza di essere giunti in una terra circondata da numi e da misteriose divinità. Tuttavia, per quanto è già stato detto sopra, conseguentemente alle difficoltà del territorio, le ricerche archeologiche sui siti della preistoria e sulla topografia greca e romana, a Messina risultano, in qualche modo, difficili. Gli scavi che sono stati effettuati nel settore centrale della città, nella zona della Zaera, Santa Maria della Valle del Camaro e nella Valle del Boccetta, indicano, chiaramente, che i suoli degli abitati sono sovrapposti in successione, come già è stato detto, dal Neolitico all’Età del Bronzo, al Periodo Romano e al Periodo Bizantino.

di Filippo Scolareci

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