Venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 marzo sarà possibile ricevere il vaccino AstraZeneca in alcuni centri vaccinali della provincia di Messina: un ‘open weekend’ aperto, esclusivamente, alle persone dai 60 ai 79 anni, che non presentano patologie o fragilità. L’iniziativa, voluta fortemente dal governatore della Sicilia, Nello Musumeci, per vincere la paura e tornare a essere tra le prime regioni italiane per adesione alla campagna vaccinale, coinvolgerà per tutto il fine settimana in città l’hub Fiera e gli ospedali Piemonte e Policlinico, in provincia i presidi di Sant’Agata di Militello e Patti; anche Mistretta, ma solo sabato e domenica nella fascia oraria 8/14. Basterà presentarsi con la tessera sanitaria dalle ore 8.00 alle 20.00 (in Fiera fino alle 22.00) e firmare il consenso: per velocizzare la procedura gli utenti potranno compilare a casa il modulo (in allegato) e portarlo già firmato così da fare direttamente accettazione, anamnesi col medico che valuterà eventuali inidoneità ad AstraZeneca e somministrazione. Dopo un incontro in Prefettura, alla presenza del commissario ad acta per l’Emergenza Covid di Messina, Alberto Firenze, e il direttore generale ff ASP, Messina Bernardo Alagna, al fine di evitare assembramenti e contagi, si chiede la massima collaborazione da parte degli utenti che dovranno presentarsi in determinate fasce orarie in base alla propria età.
Le persone più grandi, dai 71 ai 79 anni, preferibilmente la mattina, dalle ore 8.00 alle 12.00; chi ha dai 65 ai 70 anni, invece, nel secondo turno, dalle 12.00 alle 16.00; infine i meno giovani, dai 60 ai 64 anni, dalle 16.00 fino alle 20.00 e, per la Fiera, fino alle ore 22.00 (per Mistretta, invece, essendo solo mattina, non viene rispettata la divisione per fascia d’età). Sono circa 100mila le dosi a disposizione nell’isola pronte per essere inoculate, di cui circa 9mila nell’area messinese. È stato osservato che il rischio di trombosi è pari allo 0,0004%, cioè 4 casi ogni milione di abitanti, mentre nel caso di contagio Covid il rischio trombotico sale al 16,4% con 165mila casi ogni milione di abitanti; anche per chi fuma il rischio di trombi è superiore al vaccino con percentuale 0,18% (1763 casi su ogni milione) e per chi fa uso della pillola anticoncezionale va dallo 0,05% allo 0,12% (500/1200 casi ogni milione): dunque, i benefici della vaccinazione sono nettamente superiori ai rischi che qualunque atto medico può comportare.