L’Amico invisibile

Spesso, nel Centro Oncologico Sir Anthony Mamo, mi vengono in mente una valanga di domande validissime, almeno credo: Perché la sofferenza? Perché si ammala proprio quello e quella? Sono così giovani? Hanno una famiglia che se ne può prendere cura? E, quando si tratta dei bambini la storia diventa davvero drammatica: Signore, perdonami! Ma ora basta! Che male hanno fatto questi bimbi? Più faccio queste domande più mi rendo conto che di risposte… non ne ho. Ma, e questo mi accade molte volte, sono le stesse persone sofferenti che mi aiutano parecchio a capire certe cose importanti nella vita. Per esempio, una giovane mamma-paziente mi disse una volta: “Quello che ci accade non accade per niente”. Poi, mi ha detto: “Guarda Padre. Prima della malattia non credevo molto. Anzi, ero tanto rilassata nelle cose spirituali. E quante volte non sono andata alla messa della domenica. Non perché lavoravo o per divertimi, ma perché mi piaceva restare comoda comoda a casa. Adesso che sono malata, prego e seguo la messa tutti i giorni in TV. Dal momento che ho tanto tempo per me, lo voglio usare bene”.

Quando ascoltai le sue parole, mi resi conto che stavo parlando con una donna che aveva una forte esperienza di Dio. Più ascolto le esperienze di tante persone lì, al Centro Oncologico, più vedo che c’è qualcuno che li ‘accompagna’ nella loro sofferenza. Qualcuno che ha sofferto come loro, in prima persona. Ecco perché lui sa cosa vuol dire soffrire ‘senza colpa’. Dalla sua stessa bocca, Pilato il governatore, prima davanti alla gente e i sommi sacerdoti (Giov 19,4) e, poi, strettamente dinanzi ai sommi sacerdoti e le guardie (Giov 19,6), dichiarò per ben due volte, solennemente: “Io non trovo in lui nessuna colpa”. Nonostante tutto ciò, lo fece crocifiggere! Nei tempi della sofferenza, Gesù non fugge, ma resta con noi! Papa Francesco fece una bellissima meditazione su questa stragrande realtà quando nella veglia di preghiera che si intitolò Per asciugare le lacrime (che si svolse nella Basilica Vaticana giovedì 5 maggio del 2016), disse:

Quanta tristezza ci capita di scorgere su tanti volti che incontriamo. Quante lacrime vengono versate ad ogni istante nel mondo, una diversa dall’altra, e insieme formano come un oceano di desolazione, che invoca pietà, compassione, consolazione. Le più amare sono quelle provocate dalla malvagità umana: le lacrime di chi si è visto strappare violentemente una persona cara; lacrime di nonni, di mamme e papà, di bambini… Ci sono occhi che, spesso, rimangono fissi sul tramonto e stentano a vedere l’alba di un giorno nuovo. Abbiamo bisogno di misericordia, della consolazione che viene dal Signore. Tutti ne abbiamo bisogno; è la nostra povertà, ma anche la nostra grandezza: invocare la consolazione di Dio che, con la sua tenerezza, viene ad asciugare le lacrime sul nostro volto” (cfr Is 25,8; Ap 7,17; 21,4). Quella paziente aveva pienamente ragione! Dio è quello che ci guida. E, ci guida al punto di asciugare le nostre lacrime di sofferenza! E, così facendo, ci dimostra veramente che è un amico! L’Amico invisibile!

di Fra Mario Attard