Forza Azzurri!

Col rigore magistralmente calciato in porta, Jorginho ha messo l’Italia in finale! L’esplosione di gioia di tantissimi maltesi per questo ottimo traguardo raggiunto dalla nazionale di calcio è grandissima. Secondo alcuni commentatori locali di calcio l’Italia ha ben interpretato la partita contro un avversario durissimo come la Spagna di Luis Enrique. Ma, nella vita e nel calcio, quello che conta è il risultato finale della situazione. È vero che nel processo di adattarsi uno può soffrire non poco. Ma, cogli occhi fissati sul traguardo decisivo è con quella saggezza, opportunismo, tenacia, perseveranza e genialità, l’apparentemente impossibile diventa realtà più possibile da compiere. Complimenti ai ragazzi, allo staff tecnico e a Roberto Mancini per il bellissimo senso di fraternità che stanno tutti investendo nella squadra. Uno per tutti e tutti per uno! Così facendo l’Italia giocherà, meritatamente, nella finale dello stadio di Wembley domenica 11 luglio. Voglio anche congratularmi con la squadra della Spagna che ha disputato un’ottima gara. I giocatori spagnoli hanno dato tutto il loro grosso contributo in campo.

Lascio questo bellissimo messaggio per la squadra italiana tratto dal saluto di papa Francesco ai dirigenti e ai calciatori della squadra Villarreal CF, del giovedí, 23 febbraio 2017:Il calcio, come gli altri sport, è immagine di vita e di società. Voi in campo avete bisogno gli uni degli altri. Ogni giocatore mette la sua professionalità e la sua abilità a beneficio di un ideale comune, che è giocare bene per vincere. Per ottenere questo affiatamento, occorre allenarsi molto; ma è anche importante investire tempo e fatica nel rafforzare lo spirito di squadra, per riuscire a creare questa correlazione di movimenti: un semplice sguardo, un piccolo gesto, un’espressione comunicano tante cose in campo. Ciò è possibile se si agisce con spirito di cameratismo, mettendo da parte l’individualismo e le aspirazioni personali.

Se si gioca pensando al bene del gruppo, allora è più facile ottenere la vittoria. Invece, quando uno pensa a se stesso e si dimentica degli altri, noi in Argentina diciamo che è uno a cui piace ‘comerse la pelota’ (‘trattenere la palla’) solo per sé. Inoltre, quando giocate a calcio, state al tempo stesso educando e trasmettendo valori. Molte persone, specialmente i giovani, vi ammirano e vi osservano. Vogliono essere come voi. Attraverso la vostra professionalità, trasmettete un modo di essere a quanti vi seguono, soprattutto alle nuove generazioni. Ed è una responsabilità e vi deve motivare a dare il meglio di voi per esercitare quei valori che nel calcio devono essere palpabili: il cameratismo, l’impegno personale, la bellezza del gioco e il gioco di squadra”. Umilmente suggerisco che queste parole si leggono più spesso negli spogliatoi della squadra italiana di calcio. Nel frattempo: FORZA AZZURRI!

di Fra Mario Attard