Che cosa ci insegna san Paolo da Malta?

Giovedì 10 febbraio, c’è grandissima festa a Malta. Per noi, è la solennità quando san Paolo naufragò sulla nostra Isola. Una delle cose che mi ha sempre colpito di questo avvenimento assai storico e unico nella storia di tutta l’intera cristianità è il fatto che il Signore ha voluto portare san Paolo proprio a noi maltesi. C’erano tanti altri popoli dove san Paolo poteva andare! Ma la Divina Provvidenza ha voluto che lui venisse qua, a Malta. Poi, un’altra curiosità che mi ha continuamente fatto riflettere è, come mai l’Apostolo delle Genti non ha scritto una lettera ai maltesi? In primo luogo, c’era il bisogno di scriverla? Di fronte a tale mancanza scritta personalmente, sento che san Paolo, oggi, ci insegna cinque cose dall’Isola di Malta. La prima, con la determinazione di un cuore aperto alla grazia di Gesù Cristo, si può entrare nel cielo. Scrive Paolo ai Filippesi: “Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù” (Fili 3,13-14). La seconda, la cattiva compagnia ci rovina. Nella Prima Lettera ai Corinzi, scrive l’Apostolo: “Non v’ingannate: ‘Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi’” (1Co 15,33).

La terza, che guarigione c’è quando nutriamo quella attitudine umile di ringraziare Dio per tutto quello che esperienziamo nella vita! Scrive san Paolo nella Prima Lettera ai Tessalonicesi: “In ogni cosa, rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1 Te 5,18). La quarta, Dio non ci lascia essere tentati oltre le nostre limitate forze e ci aiuterà sempre a vincere le nostre tentazioni. Scrive san Paolo, nella Prima Lettera ai Corinzi: “Nessuna tentazione vi ha colti, che non sia stata umana; però, Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare” (1Co 10,13). Infine, l’amore per il prossimo è il continuo pagamento del debito che noi abbiamo verso Dio. Nella Lettera ai Romani, san Paolo dice: “Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge”(Rom 13,8). Che bel messaggio san Paolo sta proponendo a tutti noi, ovunque siamo, in questo giorno tanto speciale per noi maltesi quando l’Apostolo delle Genti ci ha visitati!

di Fra Mario Attard

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