I cinque elementi preparatori dall’Omelia di Melitone di Sardi per celebrare la Pasqua

Nell’ufficio delle letture del Giovedì Della Settimana Santa, esattamente nella seconda lettura, si legge ogni anno dall’‘Omelia sulla Pasqua’ del vescovo Melitone di Sardi. Più uno riflette su questa omelia più deriva dei punti importanti che lo aiutano a celebrare la Pasqua fruttuosamente. Prima di tutto, il vescovo Melitone ci ricorda che Cristo ha sofferto in alcune personaggi chiave dell’antico testamento. Dice: “Egli è colui che prese su di sé le sofferenze di tutti. Egli è colui che fu ucciso in Abele, e in Isacco fu legato ai piedi. Andò pellegrinando in Giacobbe, e in Giuseppe fu venduto. Fu esposto sulle acque in Mosè, e nell’agnello fu sgozzato. Fu perseguitato in Davide e nei profeti fu disonorato”. Secondo, il vescovo Melitone menziona la kenosis di Gesù, che è talmente centrale nel suo atto salvifico, cioè che da Dio si è fatto uomo, come me e te, per vincere il nostro nemico comune, la morte. Predica Melitone: “Molte cose sono state predette dai profeti riguardanti il mistero della Pasqua, che è Cristo, ‘al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen’ (Gal 1, 5, ecc.). Egli scese dai cieli sulla terra per l’umanità sofferente; si rivestì della nostra umanità nel grembo della Vergine e nacque come uomo. Prese su di sé le sofferenze dell’uomo sofferente attraverso il corpo soggetto alla sofferenza, e distrusse le passioni della carne. Con lo Spirito immortale distrusse la morte omicida”.

Terzo, il vescovo Melitone presenta Gesù come il Nuovo Mosè che guida dalla schiavitù alla libertà. Egli sottolinea: “Egli è colui che coprì di confusione la morte e gettò nel pianto il diavolo, come Mosè il faraone. Egli è colui che percosse l’iniquità e l’ingiustizia, come Mosè condannò alla sterilità l’Egitto. Egli è colui che ci trasse dalla schiavitù alla libertà, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, dalla tirannia al regno eterno. Ha fatto di noi un sacerdozio nuovo e un popolo eletto per sempre. Egli è la Pasqua della nostra salvezza”. Quarto, in questa omelia notiamo l’aspetto sacrificale della nostra redenzione fatta da Cristo per noi. Ribadisce il vescovo Melitone: “Egli, infatti, fu condotto e ucciso dai suoi carnefici come un agnello, ci liberò dal modo di vivere del mondo come dall’Egitto, e ci salvò dalla schiavitù del demonio come dalla mano del Faraone. Contrassegnò le nostre anime con il proprio Spirito e le membra del nostro corpo con il suo sangue… Egli fu preso dal gregge, condotto all’uccisione, immolato verso sera, sepolto nella notte. Sulla croce non gli fu spezzato osso e sotto terra non fu soggetto alla decomposizione. Egli risuscitò dai morti e fece risorgere l’umanità dal profondo del sepolcro”. Quinto, con Gesù sofferente c’è anche Maria, Sua e Nostra Madre, che soffre con lui per la nostra salvezza. Ricorda Melitone: “Egli è colui che si incarnò nel seno della Vergine, fu appeso alla croce, fu sepolto nella terra e, risorgendo dai morti, salì alle altezze dei cieli. Egli è l’agnello che non apre bocca, egli è l’agnello ucciso, egli è nato da Maria, agnella senza macchia”. Che noi possiamo lasciare questi cinque elementi assai presenti e importanti nell’omelia di Melitone di Sardi, aiutarci a preparare noi stessi per celebrate degnamente questa Pasqua.

di Fra Mario Attard

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