
Da giovedì 29 maggio fino a sabato 31 maggio, la mia fraternità cappuccina di Marsa Trinità sta ricevendo con una grande e affettuosa accoglienza il nostro padre provinciale, padre Ivan Scicluna OFM Cap. È interessante che questa visita il padre provinciale l’ha cominciata con una mezza giornata di ritiro. Mi è piaciuta tantissimo la sua saggia e pratica riflessione. Egli ha scelto il seguente brano di Matteo quando Gesù dice: “Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia. E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande” (Mt 7:24-27). Mi ricordo che il provinciale ha portato con lui due contenitori di vetro. Uno dei due era strapieno di sabbia e nell’altro c’erano tre grande rocce. Le tre parole che egli ci ha incoraggiati a ricordare erano roccia, sabbia e scavare. La persona saggia, secondo Gesù, è quella di ascoltare la sua parola e metterla in pratica. Ovviamente, il contenitore simboleggia la mia vita.
La sabbia rappresenta una vita sovraffollata di lavoro. Non è saggio vivere una vita così. Il lavoro per il Regno di Dio non è quello fatto dai robot. Nel lavoro pastorale stesso, c’è quel benedetto spazio dell’ascolto. Dunque, questa cosa non va sicuramente. Sull’altro lato, nell’altro contenitore ci sono le tre rocce della preghiera, la fraternità e la minorità ossia l’umiltà. Come frate ho una scelta da fare. Che scelgo? Sono disposto ad investire in queste tre rocce? Ho il coraggio di non lavorare assai per avere più tempo a vivere queste tre realtà? Per il famoso studioso, negli studi francescani padre Leonard Lehmann OFM Cap, per Francesco la preghiera era centrale. Tramite la sua vita, Francesco ci ha dati questo essenziale messaggio che il Salmo 34 lo descrive nel modo più ottimo nella forma scritta: “Provate e vedrete quanto il Signore è buono! Beato l’uomo che confida in lui” (Sal 34, 8). Ma questa preghiera è imprigionata nell’aria o è incarnata nella vita odierna? Non è vero il detto conventuale che il tempo trascorso coi frati non è mai un tempo perso? L’appartenenza ai frati non fa il mio lavoro più fraterno e solido perché è il servizio di tutti? Non è questa cosa tutti per uno e uno per tutti?
Ma la preghiera e la fraternità sono splendidamente trasmesse tramite l’umiltà o la minorità. Per chi lavoro io, per la gloria di Dio o per la mia gloria? Preferisco lavoro da solo o ho l’umiltà coraggiosa di abbracciare ed includere il fratello nel mio lavoro? Credo che l’umiltà è il cemento per l’unità dei frati? Sto costruendo la mia vita su queste tre rocce? Com’è essenziale la chiamata che Dio fece ad Abramo: “Lech lecha” (לֶךְ לְךָ), che significa “Vai, vattene” in ebraico. Ovviamente, Dio chiede ad Abramo di lasciare la sua terra, la sua parentela e la casa di suo padre per recarsi in una terra che Dio gli avrebbe indicato. Ma quale terra fu? Il provinciale ci ha detto: SE STESSO. Dunque, la chiamata di Dio per Abramo è la seguente: “Cammini verso te stesso”. La dinamica di questa riflessione ci mostra chiaramente che c’è un momento per scavare. È la verità che esso è un processo assai lungo, laborioso e faticoso. Ma, come ci insegna tutta la vita quotidiana, è questo processo che da tantissimi frutti ora e sempre. In questo scenario, quanto è profittevole fare le seguenti domande: 1 – Dov’è sono io nella vita della preghiera? 2 – Come sto vivendo la mia vita fraterna sia nella mia fraternità locale e sia a quella provinciale? Mi sento che appartengo a questa fraternità? 3 – Nella mia attività pastorale quanto sto cercando che Gesù rimane il centro di tutto e non io?
Le tre domande cruciali che don Kevin Schembri ci ha fatto discernere nel capitolo provinciale che abbiamo recentemente celebrato all’inizio di maggio sono davvero attuali: 1 – Dove sono?; 2 – Perché cercare colui che è vivo tra i morti?; 3 – Che cosa vuoi che io faccia per te? Grazie Signore Gesù per questa aurea opportunità. Dammi il tuo spirito di discernimento e saggezza di costruire la mia volontà sulla tua volontà splendidamente espressa nella tua magnifica parola che non delude. Amen.
di Fra Mario Attard