In Italia, considerato che i primi vaccini potrebbero arrivare a breve, il Governo sta programmando un piano di vaccinazione nazionale. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha spiegato in Senato che vaccinarsi sarà gratuito e non obbligatorio (anche se auspicabile) e che già 202 milioni di dosi sono state opzionate anche se, ad oggi, nessun vaccino è stato approvato dall’Unione Europea o negli Stati Uniti dall’FDA (Food and drug administration), l’ente governativo statunitense che regolamenta i prodotti alimentari e farmaceutici. Si sa, già da ora, che l’acquisto delle dosi da parte dell’Italia sarà ‘centralizzato’ in modo che il vaccino possa essere somministrato gratuitamente a tutta la popolazione. Tra i vaccini in testa, nella fase di approvazione, c’è quello prodotto da Pfizer-BioNTech che, insieme a quello di Moderna, potrebbe essere uno dei primi approvato dall’Agenzia Europea per i medicinali (EMA), dopo un parere della Commissione Europea. Per raggiungere una copertura sufficiente per fermare la diffusione del Coronavirus si rende necessario procedere con urgenza alle vaccinazioni, dopo gli opportuni controlli. L’Italia ha diritto al 13,46 per cento delle dosi prenotate finora a livello centrale dall’Unione Europea, pari a 202 milioni di dosi di vaccino la cui ripartizione prevede: 40,38 milioni di dosi da AstraZeneca; 53,84 milioni da Johnson&Johnson; 40,38 milioni da Sanofi; 26,92 milioni da Pfizer-BioNTech; 10,8 milioni da Moderna; 30,3 milioni da CureVac.
Non tutte le dosi arriveranno contestualmente e molto dipenderà dalle fasi si approvazione, ma già da ora si conoscono le categorie che verranno protette per prime. Si partirà dalla vaccinazione degli operatori sanitari e sociosanitari, circa 1 milione e 400 mila persone, seguiranno i residenti e il personale delle RSA (le residenze per anziani), circa 570 mila persone, successivamente, si procederà per età in ordine decrescente, cominciando da chi ha più di 80 anni (oltre 4 milioni e 400 mila persone), poi, la fascia tra i 60 e i 79 anni (più di 13 milioni di persone) e tutta la popolazione affetta da malattie croniche (più di 7 milioni di persone). Dopo toccherà a chi lavora nei ‘servizi essenziali’, quindi, insegnanti, forze dell’ordine e personale delle carceri. La logistica inerente la distribuzione dei vaccini dovrà prevedere la conservazione tra i 2 e gli 8°C e la rimessa in un magazzino nazionale e in diversi siti territoriali, con l’aiuto delle forze dell’ordine. I vaccini che devono essere conservati a temperature molto più basse saranno distribuiti direttamente dalle aziende fornitrici in 300 punti già individuati sul territorio nazionale. Le vaccinazioni saranno fatte dal personale medico, nella misura di circa 20mila persone, ma non si esclude di aumentare il numero stipulando accordi con il Ministero dell’Università e della Ricerca per inserire anche medici che stanno completando le scuole di specializzazione.
di Sergio Lanfranchi