Quando parliamo di dolori cervicali, è molto probabile che ci troviamo di fronte a una cervicalgia. Particolarmente comune, il dolore cervicale può avere una serie di cause diverse, alcune delle quali prevenibili attuando comportamenti più corretti. Ne parla la dottoressa Viviana Colantonio, fisiatra di Humanitas.
Quali sono le cause del dolore cervicale?
“Le cause più frequenti della cervicalgia acuta e cronica sono rappresentate dai processi degenerativi a cui va incontro la colonna cervicale. Molto spesso, si tratta di alterazioni muscolo-scheletriche come contratture muscolari, artrosi delle vertebre e degenerazione dei dischi intervertebrali: tutte condizioni che possono provocare, oltre al dolore, anche riduzione del movimento articolare che può persistere per diverse settimane. In casi più gravi, il dolore cervicale è causato dalla presenza di ernie discali che possono provocare compressione delle radici nervose, provocando anche deficit di forza e/o di sensibilità (es. formicolii, sensazione di puntura di spillo) su uno o entrambi gli arti superiori. Se i processi degenerativi della colonna sono molto avanzati, si può avere una sofferenza anche del midollo cervicale, con conseguenti disturbi a carico di arti superiori e inferiori, disturbi della continenza, dell’equilibrio e del cammino. Tra le cause di cervicalgia, va ricordato il cosiddetto’colpo di frusta’ che consiste in un movimento improvviso di estensione e subito dopo di flessione del collo, spesso causato da incidenti della strada (come ad esempio tamponamenti) o, in alcuni casi, da lavori che comportano posizioni ripetute con il collo in estensione. I sintomi tipici sono caratterizzati da dolore e rigidità articolare, che compaiono immediatamente o dopo alcuni giorni, e possono essere accompagnati da lombalgia, cefalea, vertigini e disturbi del sonno.
Più raramente il dolore cervicale può essere espressione di problematiche infettive, vascolari, tumorali, neurologiche o reumatologiche, ma in molte di queste condizioni la cervicalgia non rappresenta il sintomo principale e la diagnosi è, spesso, evidente da altre manifestazioni cliniche. Per prevenire i dolori cervicali di origine muscolare è fondamentale mantenere una corretta postura nella vita di tutti i giorni. È fondamentale, ad esempio, tenere il collo dritto in linea con il corpo ed evitare di piegarsi in avanti. Quando si deve stare per lungo tempo fermi in posto, come quando si lavora a una scrivania, è utile controllare e regolare, spesso, la propria posizione. Utilizzare un cuscino che mantenga testa e collo in linea con il corpo e cercare di evitare di dormire a pancia in giù con la testa girata di lato, sono altri accorgimenti utili a evitare l’insorgenza di questo fastidioso disturbo. Esistono, poi, una serie di facili esercizi di mobilizzazione del collo e di stretching della colonna vertebrale che riducono l’insorgenza della cervicalgia. È importante, però, scegliere gli esercizi corretti e eseguirli in modo altrettanto corretto, facendosi consigliare dal proprio medico fisiatra.
Dopo una attenta raccolta della storia clinica del paziente e una visita accurata, il medico valuta l’eventuale necessità di eseguire degli accertamenti radiologici. Nella maggior parte delle cervicalgie muscolo-scheletriche, il primo approccio consiste nel modificare il proprio atteggiamento posturale ed eseguire esercizi mirati di stretching e mobilizzazione della colonna.Questi esercizi possono essere svolti in autonomia al proprio domicilio o in palestra. In caso di dolore acuto, si possono somministrare farmaci antinfiammatori e miorilassanti. Molto utile è anche la mesoterapia antalgica, che consiste nell’iniezione sottocutanea di piccole quantità di farmaco che, in questo modo, va ad agire direttamente sulla parte interessata, evitando la somministrazione per bocca. In casi selezionati, il fisiatra può effettuare delle mobilizzazioni vertebrali e/o prescrivere dei trattamenti di massoterapia o fisioterapia specifica, associati a terapie fisiche. La durata di questi trattamenti va valutata caso per caso, in base alle caratteristiche del paziente, al tipo di dolore e alla gravità dei disturbi. In alcuni casi può rendersi necessaria una valutazione chirurgica”. (Fonte: Humanitas.it)