Aci Castello – Due donne e medici anti-Covid raccontano emozioni e paure del lockdown

Hanno lavorato in prima linea, durante l’emergenza Covid-19, per tutelare la salute dei pazienti e offrire conforto ai loro familiari, si chiamano Ilenia Bonanno e Daniela Nici – i due medici catanesi impegnati in prima linea durante il lockdown – e hanno subito aderito al progetto #inmanisicure promosso da Compagnia della Bellezza.Ci hanno protetto durante il lockdown, hanno curato i nostri cari e affrontato la paura di trovarsi in prima linea. Fino a giugno, avevo solo immaginato il loro impegno, adesso che ho avuto la fortuna di ascoltare dal vivo le loro storie e condiviso l’empatia delle loro emozioni sono ancora più orgoglioso di poter ringraziare medici, infermieri e operatori sanitari”. Salvo D’Amico, ambasciatore storico del franchising co-fondato da Salvo Filetti e Renato Gervasi, è entusiasta di questa iniziativa che prevede, per tutti gli operatori sanitari che si prenotano, un taglio e una piega in un salone a scelta – tra quelli associati al brand nazionale – e un kit di prodotti offerti da L’Oréal Professionnel. Il tutto sapientemente condito dal rispetto delle regole di igiene e sicurezza e da un’accoglienza rigorosamente scandita dalla mascherina e il sorriso degli occhi.

Poter regalare la nostra professionalità a chi ci ha donato la loro mi gratifica profondamente – continua commosso Salvo D’Amico –. Alcune di loro sono state davvero in prima linea, impegnate ogni giorno in centri Covid. Non so come esprimerlo, per me sono degli eroi. E sono orgoglioso che in tante, ancor più degli slot che avevo messo a disposizione, hanno scelto il mio salone”. A fine mese – il progetto #inmanisicure si conclude il 30 luglio –, saranno più di 20 le operatrici sanitarie che avranno scelto il salone della Scogliera di Aci Castello (CT) di Salvo D’Amico, ma sono bastati i primissimi giorni per capire che ognuna di loro porta nel cuore un’esperienza, legata al Covid-19, che non potrà dimenticare. Due di loro hanno accettato di raccontarsi – si chiamano llenia Bonanno e Daniela Nici – e sotto i DPI (Dispositivi di Protezione) nascondono chiome morbide, sinuose e curate, segno indelebile dell’essere donna oltre che medico: Ilenia ha i capelli spessi dal color caramello croccante e una voce da neo mamma; quelli di Daniela sono sottili con una nuance cuor di girasole e la voce dà il timbro a un carattere forte e deciso. Donne diverse con paure simili che hanno saputo e dovuto domare in nome della salute delle loro e delle nostre famiglie.

Lavoro al 118 da anni – racconta Daniela Nici –, il nostro è un lavoro pesante fisicamente, psicologicamente e moralmente. Siamo in prima linea in qualunque giorno dell’anno, ma durante il Covid-19 è stato peggio, intanto perché abbiamo dovuto fronteggiare le paure delle paure e, poi, per l’utilizzo dei DPI che abbiamo dovuto indossare in quel periodo. Lavorare quasi senza aria era faticosissimo e lo è stato quasi quanto riuscire a ottenere questi benedetti DPI. C’è voluta una lotta per ottenerli – prosegue Daniela Nici, mentre ammette, sorniona, che è nota per avere un carattere combattivo –, ma alla fine sono arrivati. Siamo stati considerati degli eroi, ma il nostro lavoro è ciò che facciamo ogni giorno. Forse con il Covid è stato più massacrante… non si può immaginare cosa significhi fare una rianimazione, seppur allenato, indossando tutti i DPI anti-Covid, dalla tuta alla mascherina… manca l’aria davvero”. Daniela socchiude gli occhi e continua a ricordare quel periodo del lockdown tra i pronto soccorsi vuoti e i morti, tutti di Covid. Poi riapre gli occhi, il phon non soffia più sui suoi capelli e aggiunge: “Mi piace questa iniziativa di Compagnia della Bellezza, è come le cose in cui credo: concrete e palpabili. Una cosa che si può toccare e vedere”, ammette mentre si guarda allo specchio.

Ilenia Bonanno è dirigente medico anestesista rianimatore del Servizio di anestesia e rianimazione del Garibaldi Centro e Coordinatore locale Donazione organi e tessuti dell’Arnas Garibaldi. Anche lei ha vissuto il Covid-19 in prima linea e anche per lei la paura ha giocato un ruolo importante “non per il lavoro che facciamo – ha spiegato –, ma per il rischio di non poter tornare a casa, se contagiati, dalle nostre famiglie e da mio figlio che ha solo due anni. La paura di potergli trasmettere il virus non mi faceva dormire la notte, anche se disinfettavo sempre tutto e dormivamo in stanze separate. Niente abbracci, niente coccole, niente conforto e nessuna parola che potesse spiegargli perché la sua mamma gli stava lontano. Eppure noi del Garibaldi Centro siamo stati aiutati, e formati, dai colleghi che fanno parte del gruppo del biocontenimento della Rianimazione. Quella struttura che è stata creata pochi anni fa ci ha preparato, forse più degli altri – ammette Ilenia Bonanno –, ad affrontare la pandemia. E non solo, l’azienda ci ha fatto i tamponi ogni 15 giorni, i prelievi e non ci ha fatto mancare alcun presidio. Forse è anche per questo che nessuno della rianimazione si è infettato. Ma le strade da percorrere per tornare a casa erano surreali, in giro non c’era nessuno né di giorno né di notte. Il semaforo scandiva i colori di una vita che non esisteva più come prima, non passava nessuno neanche con il verde.Nonostante tutto siamo riusciti a resistere e a fare una donazione di organi in piena emergenza Covid. Sapere di essere l’unico tramite che i parenti avevano con i loro cari ricoverati ci ha dato la forza di non mollare. Siamo stati tutti il fratello, la sorella, la mamma e il papà dei nostri pazienti più che essere stati i loro medici; per questo ringrazio tutti quelli che hanno lavorato in rianimazione: medici,infermieri, ausiliari”. Il racconto si ferma e la piega dei capelli di Ilenia ha già preso forma, lei si guarda allo specchio e sorride dietro la mascherina: “Ho scoperto questa iniziativa per caso, avevo deciso di non vedere più notizie e tv, ma sono felice di averlo saputo. Mi sono sentita coccolata e #inmanisicure”.

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