Quei maschi cresciuti e mai diventati ‘UOMINI’

Non è più la notte, la strada deserta, il bruto che si nasconde dietro al portone a far paura alle donne, ma, stranamente, ormai è l’amico, il compagno, l’ex convivente o l’ex marito, insomma, quelle persone dalle quali, invece, ci si aspetterebbe solo protezione e sicurezza o, almeno, rispetto per quei sentimenti un tempo condivisi. Gessica sfregiata con l’acido, in queste ore, lotta in ospedale rischiando di perdere la vista; Ylenia, Carla, Lorena, bruciate… Melania, Chiara, Roberta, uccise… l’elenco è lungo. Si parla, si discute, si commenta, ogni volta che succede un femminicidio o una violenza: pene più rigide e tanto altro, ma il problema è complesso, non facilmente risolvibile – a mio avviso – e va analizzato a monte. Intanto, riguarda prettamente lui, in quelli che sono i suoi retaggi culturali che lo portano sempre a gestire una posizione di predominio: il potere del maschio, frutto di un’atavica cultura, di un distorto diritto di famiglia.

Oggi più che mai, lui si vede spiazzato in questo suo potere dal cammino della donna verso nuovi orizzonti di emancipazione; è proprio questa evoluzione femminile che lo porta a diventare sempre più fragile e insicuro e, di conseguenza, più aggressivo. Si deve ristabilire un equilibrio di rapporto tra i due sessi, equilibrio che finora continua a essere sbilanciato. Quindi, da dove partire se non dalla famiglia? È proprio in seno al nucleo familiare che bisogna lavorare con attenzione e pazienza, per svincolare i figli da certi pregiudizi, sradicare tanti tabù, educando maschi e femmine a culture paritarie, propinando modelli comportamentali senza discriminazione di sesso, per non trovarci poi davanti a maschi cresciuti, diventati adulti, ma mai ‘UOMINI’.

di Rosanna Affronte

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