Messina – Riflessioni di CittadinanzAttiva sulla Pneumologia del Policlinico Universitario G. Martino: La CoronaVIrusDisease 19 non sia un PRETESTO

All’affacciarsi di questo millennio, sulla base delle acquisizioni dottrinarie e pratiche del secolo precedente in cui si è assistito alla gemmazione della Pneumologia dalla disciplina Tisiologia, per il rapido ampliamento delle conoscenze specifiche, per l’affermarsi di modelli assistenziali più moderni, per il cambiamento dei rapporti medico-paziente in termini di aspettative di assistenza, si erano create le premesse affinché un progredito, evoluto e adeguato ai tempi Reparto di Pneumologia avesse al suo interno delle peculiarità che lo rendessero sicura dimostrazione di specifica e indispensabile Specialità Medica: Misura e monitoraggio della funzione respiratoria (non solo quella ventilatoria), endoscopia medica, ventilazione meccanica non invasiva, test da sforzo, allergologia respiratoria, monitoraggio disturbi respiratori nel sonno, profilassi della malattia tubercolare. Questi connotati sussistevano tutti alla UOC Pneumologia pad. H del Policlinico Universitario di Messina che, con la lungimiranza di amministratori e rettori i quali, nel corso dei decenni, avevano dato fiducia e risorse alla Specialità, era divenuta punto di riferimento per le altre Specialità, contribuiva significativamente alla produttività aziendale e costituiva elemento di paragone e confronto con le altre realtà nazionali.

Se guardiamo l’attuale situazione, ci accorgiamo che tutto quello sopradescritto… non c’è più!!! La prima cosa che ci si può immaginare è: La Covid-19 ha scompaginato tutta l’organizzazione assistenziale; il pad H è diventato Covid; i relativi reparti sono stati tutti accorpati sotto questa voce (ma i relativi DRG tutti attribuiti a una sola UO preesistente). Tutto questo da marzo a luglio 2020. Ma dopo? Ma prima? MA DOPO? Da tutte le parti, si è esaltata l’idea che l’esperienza Covid dovesse servire per ripensare alla riorganizzazione del sistema Sanitario con la riqualificazione delle semintensive, l’attuazione di percorsi differenziati per affrontare la prevedibile ripresa autunnale, il potenziamento strutturale del territorio etc. Ad oggi, viene da nord a sud lamentato l’inutile passaggio dei mesi estivi quantomeno per iniziare a realizzare i buoni propositi. Per la verità, il 3/7/2020 la GU della regione Sicilia – nell’ambito del programma di potenziamento della rete dell’Emergenza Urgenza – ha distribuito i posti letto di terapia subintensiva in tutta la Sicilia riservandone al Policlinico di Messina: 8 alla Pneumologia, 2 alle Malattie Infettive e 6 alla Medicina Interna. Di fatto, però, alla ripresa post-Covid la Pneumologia è stata, temporaneamente, dotata di 5 posti letto ordinari.

È di questi giorni, l’istituzione di un nuovo centro Covid, stavolta non più al pad H, bensì al Pad B con rapida rimodulazione e ridistribuzione delle Unità Operative (come dire: spostamento immediato di degenti, suppellettili, etc). Che sia la volta buona per una ridefinizione più stabile delle UUOOCC e, segnatamente della Pneumologia, pensando anche al dopo Covid? MA PRIMA? Non vi è dubbio, basta guardare la relazione del DG del Policlinico relativa al 2019 – pubblicata sul sito istituzionale – che l’anno non era andato molto bene (eufemismo!) per la Pneumologia. Cosa ci si poteva aspettare di diverso se i tempi di degenza si sono enormemente allungati rispetto agli anni precedenti e alla media nazionale, se interi servizi sono stati di fatto disattivati con demotivazione di tutto il personale, se viene privilegiato solo un aspetto particolare della specialità trascurando tutto il resto che, nei fatti, deve essere attuato per intero se si vuole continuare a mantenere i requisiti della Scuola di Specializzazione. La CoronaVIrusDisease 19 non sia un PRETESTO per l’annullamento di realtà che sono tornate utili alla comunità messinese e non.

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