Raggiungere il cielo

Essendo cresciuto in una casa progettata da suo nonno Richard England, Damian Darmanin è stato decisamente influenzato dal famoso architetto maltese. Tuttavia, contrariamente alle opere del sig. England, la sua produzione artistica è di natura virtuale. Darmanin, che ha studiato il design industriale a Firenze, utilizza componenti architettonici da elementi esistenti per creare dei collage. Afferma: “Sento questo bisogno di creare qualcosa di diverso… seleziono frammenti di edifici esistenti, quindi li unisco e li colla per creare entità nuove e virtuali. Il reale è tradotto nell’irreale. E il risultato finale è molto di più della somma delle parti. Un buon numero di questi collage, 30 opere d’arte incorniciate, cinque enormi pannelli e altri 50 sullo schermo, sono state esposte nello Spazju Kreattiv di La Valletta dal venerdì 29 novembre 2019 fino alla domenica 5 gennaio 2020. Intitolata The Kolaz – Ktiro Collection / Buildings in Time, la mostra presentava un’espressione mondiale di solidarietà, unità, diversità e cultura e ritrae la continua esplorazione dell’artista della globalizzazione, religione e creatività”.

Osserva il sig. Darmanin:Molti collage utilizzano edifici sacri di diverse credenze, che si uniscono per unire diverse fedi. La scelta di utilizzare frammenti di edifici di diversi Paesi rappresenta una forma di globalizzazione. E tutto ciò è determinato da un processo di creatività. La maggior parte dei componenti sono incollati uno sopra l’altro per creare strutture verticali di altezze vertiginose”. Spiega Darmanin: “L’uomo ha sempre aspirato al cielo. Le mie composizioni guardano in alto come simboli di speranza e fede ottimista. Tra le opere di ispirazione straniera c’è un collage di Las Vegas, che secondo l’opinione dell’artista intende mostrare che si possono ancora creare composizioni di valore artistico dalla volgarità del mondano. D’altra parte, la Statua della Libertà nelle sue stampe rappresenta la libertà dell’artista dal mondo reale materialista”.

Anche se The Kolaz – Ktiro Collection / Buildings in Time si è terminata il 5 gennaio, ma le opere d’arte devono essere inserite in un libro. Darmanin sta anche lavorando su un’altra serie su un tema completamente diverso, i cui dettagli saranno divulgati a tempo debito. La mostra The Kolaz – Ktiro Collection / Buildings in Time mi ha fatto ricordare due citazioni importanti dell’attuale Pontefice Papa Francesco. La prima viene dal discorso del Santo Padre nella Sala Clementina, il sabato 17 novembre 2018, in occasione dell’assegnazione del ‘Premio Ratzinger’. In tutta la storia della Chiesa, gli edifici sacri sono stati richiamo concreto a Dio e alle dimensioni dello spirito ovunque l’annuncio cristiano si è diffuso nel mondo; hanno espresso la fede della comunità credente, l’hanno accolta contribuendo a dar forma e ispirazione alla sua preghiera. L’impegno dell’architetto creatore di spazio sacro nella città degli uomini è, quindi, di valore altissimo e va riconosciuto e incoraggiato dalla Chiesa, in particolare, quando si rischia l’oblio della dimensione spirituale e la disumanizzazione degli spazi urbani.

La seconda citazione viene dall’enciclica Laudato Si’ che proprio parla sulla cura della casa comune. Come sono belle le città che superano la sfiducia malsana e integrano i differenti e che fanno di tale integrazione un nuovo fattore di sviluppo! Come sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene di spazi che collegano, mettono in relazione, favoriscono il riconoscimento dell’altro! (N.152). Architettonicamente parlando, Dio si raggiunge solo attraverso l’altro! Cioè il prossimo!

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