L’arte dell’ascolto nella vita e nel ministero del parroco

Nelle tre giornate di formazione di quest’anno, i parroci delle settanta parrocchie a Malta, appositamente organizzate dall’arcidiocesi, hanno scelto come tema quello di crescere nell’arte dell’ascolto. Questo è accaduto nel seminario annuale che si è concluso giovedì 9 gennaio 2020 nel Seminario dell’Arcivescovo, Tal-Virtù a Rabat. Sia l’arcivescovo, Charles J. Scicluna, che il vescovo ausiliariare, Joseph Galea-Curmi, hanno partecipato al seminario e hanno anche condotto le concelebrazioni eucaristiche quotidiane coi parroci. Durante questi giorni, i parroci hanno lavorato su un numero di attitudini e capacità connesse coi tre aspetti essenziali per l’ascolto. Cioè l’ascolto della parola di Dio, l’ascolto reciproco e l’ascolto della realtà che ci circonda. Questo è stato possibile grazie a diversi speaker che hanno anche preso parte al seminario e guidato varie discussioni e seminari coi partecipanti. In questi seminari, i partecipanti hanno praticato quello che hanno ascoltato durante le conferenze.

La scelta di questo tema non solo evidenzia l’operato importante che compiono i parroci, ma esso è anche parte dell’impegno più grande che sta facendo la Chiesa a Malta. In altre parole, di essere una Chiesa che ascolta, che accoglie, che accompagna e, persino, che esce a proclamare la Buona Novella. Questi quattro atteggiamenti sono la base del Piano Pastorale dell’Arcidiocesi di Malta per il periodo dal 2020 fino al 2023. I parroci hanno discusso su come aiutare i giovani per ascoltare la chiamata di Dio per loro. Il seminario è terminato con il discorso dell’arcivescovo che ha spiegato l’insegnamento di Papa Francesco sul discernimento e come questo possa aiutare i parroci sia sul livello personale che nella loro operatività coi laici. Il seminario di tre giorni, che è stato organizzato dal Consiglio del Collegio dei Parroci, ha previsto anche tempo per la preghiera e la discussione tra i parroci e i vescovi.

Questa esperienza di ascolto personale, comunitario e pastorale, mi fa venire nel cuore il saggio discorso che Papa Francesco fece coi partecipanti al convegno della diocesi di Roma, il giovedì 9 maggio 2019, proprio sul ministero dell’ascolto dei sacerdoti. Quindi, il primo sentimento da avere nel cuore per sapere ascoltare, è l’umiltà e il guardarsi bene dal disprezzare i piccoli, chiunque essi siano, giovani orfani o finiti nel tunnel della droga, famiglie provate dalla quotidianità o sfasciate nelle relazioni, peccatori, poveri, stranieri, persone che hanno perso la fede, persone che non hanno mai avuto la fede, anziani, disabili, giovani che cercano il pane nell’immondizia.

Il primo tratto necessario è l’umiltà: per ascoltare, tu devi abbassarti. Il secondo tratto necessario per ascoltare il grido è il disinteresse. Viene espresso nel brano evangelico della parabola del pastore che va in cerca della pecora che si è smarrita. Non ha nessun interesse personale da difendere, questo buon pastore: l’unica preoccupazione è che nessuno si perda. L’ultimo tratto del cuore, necessario per ascoltare il grido e per evangelizzare, è avere sperimentato le Beatitudini. Oggi, parlavo con un rabbino, molto amico, che era venuto da Buenos Aires, e mi ha detto: “Nella Legge io trovo che il nostro punto di partenza per il dialogo giudeo-cristiano sia la legge dell’amore: Amerai il tuo Dio con tutte le forze e il prossimo come te stesso. E nel Vangelo, nei libri cristiani, quale pensi tu che sia un testo che possa aiutarci tanto?”. Gli ho detto subito: “Le Beatitudini”. Le Beatitudini sono un messaggio cristiano, ma anche umano. È il messaggio che ti fa vivere, il messaggio della novità. Il Signore benedica il nostro ascolto della città. E poi, ci diamo appuntamento a Pentecoste. Sarà per noi l’incontro con il volto del Signore nel roveto ardente. Ci toglieremo i sandali, ci veleremo il volto e diremo a Dio il nostro “”: Ti seguiamo mentre scendi in mezzo al popolo, per ascoltare il grido dei poveri.

di Fra Mario Attard

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