Papa Francesco: Un gioiello di Dio in mezzo a noi

La scomparsa di papa Francesco mi ha aiutato ad apprezzare il fatto che questo papa è stato veramente un gioiello di Dio in mezzo a noi. Prima di tutto il suo esempio amorevole è davvero da imitare. I suoi gesti piccoli, ma fatti con grandissimo amore e umiltà di cuore, hanno veramente toccato una marea di cuori. Il secondo motivo per cui vedo papa Francesco come un gioiello di Dio per noi è la concretezza, perfino dei suoi messaggi che ci ha dato in abbondanza. Per papa Bergoglio, la fede è la bussola che ci conduce al Padre nei momenti più aspri della vita. Dal suo discorso preparato per l’Angelus della domenica delle Palme il 13 aprile 2025: “Tutti abbiamo dolori, fisici o morali, e la fede ci aiuta a non cedere alla disperazione, non chiuderci nell’amarezza, ma ad affrontarli sentendoci avvolti, come Gesù, dall’abbraccio provvidente e misericordioso del Padre”. Nei suoi scritti e discorsi, papa Francesco era l’ambasciatore perenne della speranza di Dio. Diceva nell’udienza generale del 16 aprile 2025: “Il Vangelo vuole consegnarci un messaggio di speranza, perché ci dice che dovunque ci siamo persi, in qualunque modo ci siamo persi, Dio viene sempre a cercarci!”. È super validissimo questo messaggio nel mondo di oggi quando uno si perde facilmente, persino e per primo luogo, nei suoi pensieri!

L’amore vero si impegna nella quotidianità. Nella medesima catechesi, papa Francesco ha detto: “L’amore è sempre un impegno, c’è sempre qualcosa che dobbiamo perdere per andare incontro all’altro”. Queste profondissime parole ci fanno ricordare pienamente le parole di Nostro Signore Gesù quando ci dice: “Chi ama la sua vita la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà in vita eterna” (Gv 12:25). Nei suoi stupendi discorsi, papa Francesco ci hai aiutati parecchio per vivere la nostra figliolanza della speranza. Ci dice nella catechesi del 16 aprile 2025: “È questo il motivo della speranza: possiamo sperare perché sappiamo che il Padre ci aspetta, ci vede da lontano, e lascia sempre la porta aperta”. Come ci comportiamo saggiamente e santamente quando lasciamo la porta dei nostri cuori aperta e mai la chiudiamo con cattiveria e disappunto, anche se nella vita di questo c’è parecchio intorno, sfortunatamente. Nel suo discorso dell’Angelus della domenica delle Palme, il 13 aprile 2025, papa Francesco tratta il delicatissimo tema della sofferenza. Dice: “La sofferenza dei bambini, delle donne e delle persone vulnerabili grida al cielo e ci implora di agire”. In ogni persona che soffre c’è anche il Cristo che soffre e viceversa. Notiamo la dinamica della relazione Padre-Figlio nella passione di Gesù Nostro Signore. Nel medesimo discorso dell’Angelus, il santo padre ci fa riflettere così: “Indifeso e umiliato, l’abbiamo visto camminare verso la croce con i sentimenti e il cuore di un bambino aggrappato al collo del suo papà, fragile nella carne, ma forte nell’abbandono fiducioso, fino ad addormentarsi, nella morte, tra le sue braccia”. Questa riflessione è stata un antipasto dal voluminoso corpus dell’attualissimo magistero di papa Francesco. Questi pensieri ci aiutano ad allargare un po’ la nostra mente e ad aprire di più il nostro cuore che soffre dal peccato di questo mondo. Grazie papa Francesco per essere stato per tutti noi un gioiello di Dio in mezzo a noi. Preghiamo per te. Prega per noi. Ti vogliamo e ti voglio bene. A presto.

di Fra Mario Attard