Covid-19: Vaccino italiano somministrato sull’uomo

Al via, la sperimentazione sull’uomo del vaccino anti-Covid ‘Made in Italy’ allo Spallanzani di Roma. Inoculata stamattina la dose al primo volontario. Presenti, all’avvio dei test: il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, e i vertici dell’Istituto per le Malattie Infettive della Capitale, eccellenza nella lotta al nuovo Coronavirus. Alle ore 8.30 circa, il primo volontario ha ricevuto la dose del vaccino. Il vaccino, che sarà sperimentato allo Spallanzani, è interamente italiano ed è nato grazie a un protocollo siglato a marzo tra il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il ministro della Salute, Roberto Speranza, il ministro dell’Università e della Ricerca scientifica, Gaetano Manfredi, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’IRCCS Spallanzani. Per la realizzazione di questo obiettivo, sono stati stanziati 8 milioni di euro, 5 milioni a carico della Regione Lazio – trasferiti allo Spallanzani – e 3 milioni a carico del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica. Il vaccino è realizzato, prodotto e brevettato dalla Società biotecnologica italiana ReiThera di Castel Romano. “A noi, interessa che il vaccino sia efficace. Se tutto avverrà nei tempi programmati, il nostro auspicio è che sia prodotto in primavera”. Lo ha detto il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, in occasione dell’avvio della sperimentazione nell’istituto del vaccino sull’uomo. “Il primo volontario, a cui stamattina è stata inoculata la dose di vaccino, verrà tenuto in osservazione per 4 ore da una equipe, poi, tornerà a casa e verrà monitorato per 12 settimane – ha spiegato Vaia –. Mercoledì, proseguiremo con altri due volontari e, così, a seguire tutti gli altri fino a 24 settimane. Poi, se tutto andrà bene, ci saranno la seconda e la terza fase di sperimentazione che, probabilmente, faremo in un Paese dell’America Latina dove il virus è in crescita”. Vaia ha spiegato che molti volontari hanno detto che intendono “devolvere il rimborso spese previsto alla ricerca”.

Con questo vaccino, l’Italia entra da protagonista nella guerra dei vaccini, non per arrivare prima, ma per arrivare meglio e mettere il Paese in un sistema di parità. Perché avere un vaccino italiano significa non essere schiavi e servi di altri Paesi che diranno ‘io prima’”. Lo ha detto il direttore scientifico dello Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, commentando la prima inoculazione del vaccino italiano stamattina nell’istituto. “Il nostro è un protocollo complesso e scrupoloso – ha aggiunto– che garantirà la massima sicurezza”. Ippolito ha, inoltre, spiegato: “Ci vorranno almeno 24 settimane per completare la I fase della sperimentazione del vaccino sull’uomo. Poi, passeremo alla fase II per la quale ci stiamo già preparando. Giocare sui tempi e ridurre la sperimentazione non è utile”. “Sono emozionata e orgogliosa. Spero di poter essere utile al nostro popolo”. È quanto avrebbe detto, a chi avuto modo di salutarla qualche istante, la donna a cui stamattina è stata inoculata la dose di vaccino anti Covid-19 allo Spallanzani di Roma. “Mi auguro che la mia disponibilità – ha aggiunto la volontaria – possa essere d’aiuto per salvare vite e che le persone siano sempre più responsabili per non mettere a rischio se stessi e gli altri”. Il direttore sanitario dello Spallanzani ha fatto sapere che la donna a cui, stamattina, è stata somministrata la prima dose di vaccino “è tornata a casa e sta molto bene”. Con l’avvio in Italia dei test clinici di un candidato vaccino contro il nuovo coronavirus “le intelligenze e la ricerca del nostro Paese sono al servizio della sfida mondiale per sconfiggere il Covid-19”: lo rileva il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un post sul suo profilo Facebook a proposito dell’avvio della sperimentazione presso l’Istituto Spallanzani del candidato vaccino messo a punto in Italia dall’Azienda Biotech Reithera. (Ansa)

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