Barcellona Pozzo di Gotto – Un tripudio per i 15 bambini alla loro Prima Comunione

Domenica di maggio, ore 10.30, giorno della celebrazione della Prima Comunione presso la Parrocchia Santa Maria Assunta di Barcellona Pozzo di Gotto, un tripudio per i 15 bambini, dopo mesi di frequenza e ascolto attento, al sacerdote e alle catechiste, l’ansia e l’emozione dei genitori per l’evento per cui, poco a poco durante i mesi di preparazione, i fanciulli si saranno chiesti per primi: – “sarà, dunque, davvero un giorno speciale?”. Sì, lo è stato, e per primi a darsi la risposta sono stati proprio loro: i bambini; un giorno solenne, con la chiesa traboccante di fede, di luce e di fiori, quando finalmente è arrivato, tutti in trepida emozione nessuno escluso, anche quei bimbi che di emozioni come quello del giorno della Prima Comunione le avvertono prima e le provano, moltiplicate assai nella solennità di essere protagonisti della gioia; e quella prima volta è giunta anche per un ‘bambino speciale’, il piccolo E., che si apprestava a ricevere la Prima Comunione, l’incontro con quel Gesù che tutti dicono sia nato in una grotta, che è cresciuto nella bottega del padre falegname, che predicava il Vangelo, faceva dei miracoli, che è stato tradito, percosso e flagellato, Crocifisso, morto per amore, risorto, e che si colloca nel cuore di ciascuno. E, poi, quel mistero misterioso della Trinità: egli è Padre, Figlio e Spirito Santo, certo che bisogna concentrarsi molto per spiegarsi questo mistero… certo che anche la nostra vita è un grande mistero, la vita che ci è stata data in dono da quello stesso Dio che ci ha voluti tutti qui su questa terra a vivere e amare non certo a vagare senza senso, forse incontrando tanti Gesù che tendono la mano e trovano la nostra indifferenza.

Torniamo in Chiesa, i bambini emozionati, indossando la loro tunica bianca e tenendo in mano il bianco giglio della purezza, entrano in Chiesa cantando e la percorrono in processione nella navata centrale con al seguito un ‘bambino speciale’ stretto in un benevola mano che lo accompagna, lo guida e lo rassicura tra le catechiste, i chierichetti i sacerdoti, con i paramenti della solennità festiva, un bambino bellissimo, sorridente, con gli occhi che parlano, col suo giglio candido in mano e che si è preparato con l’impegno e la dedizione della sua famiglia e di quella Chiesa, casa di Dio, che lo ha accolto con gioia senza farlo sentire diverso, neppure per un istante, un bambino che, a causa di una malattia rivelatasi all’età di 5 anni, ha perso il controllo dell’interazione sociale con gli altri, una malattia che chiamano autismo, che provoca difficoltà della comunicazione verbale e non verbale, è stato accolto con gioia, dai bambini ai loro genitori, uniti con un unico abbraccio assieme all’arciprete, padre Santino, e tutti i sacerdoti presenti, con le catechiste Pina, Tinuccia e Lidia, impegnatesi all’inverosimile e costantemente nella preparazione dei piccoli, con l’assemblea di una Chiesa, quella di Santa Maria Assunta di Barcellona, stracolma, vivamente partecipe alla prima cerimonia religiosa consapevole, per i bambini.

Anche il bambino ‘speciale’ ha ricevuto il Sacramento della Prima Comunione con l’accoglienza e la gioia nel cuore da parte di tutti, a cui ha avuto seguito, al termine dell’Eucaristia, un applauso infinito e commovente da parte di tutti e con unanime commozione, in particolare dei genitori del piccolo. Dagli occhi del ‘bambino visibile’ si sprigionava la gioia per essersi sentito amato, accolto, abbracciato. “Lasciate che i bambini vengano a me”, sono le parole di Gesù che ha ricordato padre Santino nella sua omelia, ricordando anche come “le terre dove nacque e visse Gesù e tante altre ancora sparse per il mondo, oggi, nel ricco universo, continuano a essere stremate dalla povertà e dal dolore. La cittadina di Barcellona accoglie, apre le braccia a chi straniero considerato non è, sono necessari, ‘cuore e competenza’ – ha continuato Padre Santino – per una cittadina abitata da cittadini che giungono da ogni parte del mondo e che ospita un numero notevole di immigrati, tra cinesi, albanesi, rumeni, cingalesi e via dicendo, ciascuno con la loro cultura, usi e costumi, tutti da accogliere e abbracciare, farli sentire amici, ciascuno ‘uno di noi, da accogliere nell’oratorio, al doposcuola, al gres estivo; l’accoglienza è il primo passo per una città migliore, un mondo migliore”. “‘Inclusione’ come accoglienza e accettazione, deve essere la parola d’ordine. A Barcellona, c’è tanta vitalità e voglia di dimenticare per sempre i momenti bui attraversati, e operare perché non si ripetano e cadano per sempre le barriere invisibili”. “La presenza della Chiesa – ha detto padre Santino – con lo sguardo rivolto verso i giovani è efficace; l’oratorio Salesiano, i Gruppi della Catechesi, i Padri Carmelitani, le diverse Parrocchie con la formazione, il dialogo, la guida, tutti con una grande unità di Fede Cattolica, uniti per il bene comune”. Anche e soprattutto la scuola, in ciò ha il suo compito importante, perché viaggiando in sincronia e unità d’intenti, con le istituzioni locali, gli enti preposti alla formazione possono iniziare dal basso, con gli ultimi, là dove c’è il dolore, la solitudine, la malattia, aprendo la porta all’accoglienza, aiutando a rialzarsi chi cade; serve un tavolo per sedersi, dunque, per trovare una soluzione, “per ogni problema c’è una soluzione”, dare visibilità a chi invisibile non potrà mai essere. Gli occhi del ‘bambino visibile’, nel giorno della sua Prima Comunione, brillavano di luce propria confermando il suo ‘grazie’ con la sua mamma e il suo papà.

di Anna Franchina

Print Friendly, PDF & Email