Allarme ONU: Il mondo rischia crisi idrica globale nel 2030

Il mondo potrebbe affrontare una carenza idrica globale del 40% entro il 2030, per il riscaldamento globale e l’aumento dei consumi. È l’allarme lanciato dal Rapporto Mondiale delle Nazioni Unite sullo Sviluppo delle Risorse Idriche 2020. La traduzione ufficiale in italiano – curata dalla Fondazione UniVerde e dall’Istituto italiano per gli Studi delle Politiche Ambientali, con il supporto dell’Unesco – è stata presentata oggi, in occasione della Giornata Mondiale della Lotta alla Desertificazione. Secondo il rapporto, circa 4 miliardi di persone nel mondo già vivono in condizioni di grave scarsità fisica di acqua per almeno un mese all’anno, a causa dello stress idrico, ed è probabile che i cambiamenti climatici provochino variazioni nella disponibilità stagionale durante tutto l’anno e in diversi luoghi. L’uso globale dell’acqua è aumentato di 6 volte negli ultimi 100 anni e continua a crescere, costantemente, a un tasso di circa l’1% annuo, per l’aumento della popolazione e il cambiamento dei modelli di produzione e consumo di risorse. Di fronte a queste esigenze contrastanti, ci sarà poco spazio per aumentare la quantità di acqua utilizzata per l’irrigazione, che, attualmente, rappresenta il 69% di tutti i prelievi di acqua dolce.

Quando la prosperità economica è influenzata da piogge, episodi di siccità e inondazioni, possono verificarsi ondate di migrazione e picchi di violenza: nel 2017, sono stati registrati 18,8mln di nuovi sfollati interni associati a disastri in 135 Paesi e territori. A livello mondiale, le inondazioni e gli eventi di pioggia estrema sono aumentati di oltre il 50% in questo decennio e, ora, si stanno verificando a una velocità quattro volte superiore rispetto al 1980. Altri eventi climatici estremi come tempeste, siccità e ondate di calore sono aumentati di oltre un terzo in questo decennio e vengono registrati due volte più frequentemente. Negli ultimi vent’anni, i due principali disastri legati all’acqua, inondazioni e siccità, hanno causato oltre 166.000 morti, colpito altri tre miliardi di persone e causato un danno economico totale di quasi 700mld di dollari. La siccità ha rappresentato il 5% dei disastri naturali, colpendo 1,1miliardi di persone, uccidendone altre 22.000 e causando danni per 100miliardi di dollari nel ventennio 1995-2015. Nel corso di un decennio, il numero di inondazioni è passato da una media annua di 127, nel 1995, a 171, nel 2004. Donne, bambine e bambini hanno 14 volte più probabilità degli uomini di morire durante un disastro. (ANSA)

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