Il 4 maggio: La mia seconda nascita

È vero che si nasce una volta sola? La mia esperienza del 4 maggio 2012 mi dice ben altro! Erano le ore 14.30 esatte. Da quell’ora, cominciava il dolore. Dolcino, dolce e, man mano, si è trasformato di un amaro incredibile! In quel momento, potevo vedere tutta la mia vita come se fosse un film. Notavo che cosa avevo fatto e che cosa no. Il sentimento era di quella paura quando ci si presenta a un esame importante. Dopo pochissimo tempo decisi di andare a riposarmi sul letto. Ma il dolore continuò ad aumentare sempre di più. Allora, alle ore 16.00 cambiai idea. Subito, andai a trovare un frate per portarmi all’ospedale. Ed ecco che la Divina Provvidenza mi mandò padre Leonard Falzon OFM Cap, lo zio dell’attuale arcivescovo di Malta, mons. Charles J. Scicluna, per portarmi all’ospedale. Il saggio frate capì la gravità della situazione. E, in pochi minuti, eravamo già al pronto soccorso dell’Ospedale nazionale di Malta, Mater Dei. Era Joanne – un’infermiera amica che lavorava proprio al pronto soccorso – che venne a parlarmi. “Padre Mario, come mai sei qui? Cosa ti è successo?”, chiese sorpresa. Quando le dissi che avevo accusato un dolore sul petto, con la sua consueta femminile gentilezza, saggezza e capacità, chiamò il dottore in servizio per esaminarmi. Immediatamente, il dottore ordinò un elettrocardiogramma per essere certo di quello che aveva osservato. L’attività elettrica del mio cuore mostrò che stavo per avere un grosso infarto. Allora, l’infermiera, immediatamente e con tantissima esperienza alle spalle, mi presentò il documento da firmare per essere sottoposto a intervento.

In cinque minuti, mi ritrovai paziente in sala operatoria! Una volta nella sala vidi che c’era il grande Nigel, un altro infermiere bravissimo come Joanne, che mi calmò e rassicurò. Sentivo un forte dolore al petto! Era come se avessi una pietra che pesava una tonnellata, gli dissi. “Okay, padre. Adesso, rilassati! Ci pensiamo noi!”, così, mi rispose l’abile Nigel. Quando mi iniettò la morfina, sentì la canzone di Modugno, Volare. Proprio così, carissimi! Immediatamente dopo, entrò in scena il bravissimo dott. Felice Herbert. Nella sala operatoria, c’era un’atmosfera bellissima e si udiva ottima musica classica. A un certo punto, mi sembrò di essere alla Scala di Milano! Il dott. Felice mise due stent nel mio cuore. Ma la storia non finiva lì! Dopo le analisi del sangue, riscontrarono nel mio midollo la sindrome mieloproliferativa, cioè un’abnorme proliferazione di cellule staminali rosse. L’ematologo, il dott. Alex Gatt, provò molto dispiacere per quello che mi stava accadendo! “No! Non è possibile! Sei ancora così giovane!”. Ma ringraziando Gesù e Maria, e Santa Faustina, sono ancora qui! La medicina sta avendo degli ottimi risultati e, dopo otto anni, il frate rotondo, amico del santo frate di San Giovanni Rotondo, con la grazia divina sta ancora pieno di salute. Per ben sette anni e mezzo, mi ritrovai al Mater Dei e, da due mesi, invece, mi trovo al Centro Oncologico di Sir Anthony Mamo.

All’oncologico di questa struttura, mi trovo benissimo! Mi sento a casa! Mi ritrovo, come paziente, in questo ospedale di eccellenza e il Signore mi sta dando la grandissima grazia di servirlo, direttamente, attraverso i miei carissimi fratelli e sorelle malati che stanno navigando nelle stesse acque in cui sto navigando io. Ecco perché ritengo che questo ospedale sia l’ambiente naturale dove posso ora svolgere la mia vocazione e lavorare coi malati, da frate cappuccino, ossia con quelli che soffrono di cancro. L’esperienza della mia carissima sorella Josephine che morì di tumore, il master che svolsi in Australia nella cappellania ospedaliera, tra gli anni 2005 fino al 2007 all’Università di Sydney, con la specializzazione della cura pastorale dei pazienti di cancro presso il St. Vincent Hospital di Darlinghurst (Syndey), e la mia stessa esperienza nella malattia, mi stanno gridando fortissimo dal profondo del mio cuore di restare qui e trascorrerò il resto della mia vita terrena con questi pazienti, qui, nel Centro Oncologico di Sir Anthony Mamo. Pablo Neruda, il poeta e diplomatico cileno e vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1971, scisse: “La nascita non è mai sicura come la morte. È questa la ragione per cui nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Il 4 maggio è per me la data della mia rinascita fisica, mentale, spirituale e, perlopiù, pastorale. Ecco, io sento, nell’intimo della mia coscienza, il dovere di ripetere, con grande fede in Gesù Cristo, che il mio posto come cappellano dell’ospedale ora sta nel Centro Oncologico Sir Anthony Mamo. I pazienti, le loro famiglie, il personale dell’ospedale e, soprattutto, Gesù, hanno tanto bisogno di me! Del frate Mario, il cappuccino rotondo. Del frate che appartiene allo stesso ordine del santo patrono dei malati di tumore, il grande San Leopoldo Mandic OFM Cap!”.

di Fra Mario Attard

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