La Comunità Islamica messinese si è allineata alle direttive nazionali dell’UCOII e alla volontà espressa dal presidente Yassine Lafram che ha confermato: “A causa della pandemia, non riapriremo i nostri luoghi di culto. La nostra è una scelta di responsabilità e con rammarico, rimarremo chiusi per l’ultimo periodo del Ramadan e per Eid al-Fitr, la festa di chiusura del sacro mese del digiuno”. La firma degli accordi del presidente, Yassine Lafram, con il premier, Giuseppe Conte, e il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, è avvenuta a Roma lo scorso 15 maggio. Il Ramadan è per i musulmani e le musulmane di tutto il mondo una straordinaria occasione per ricordare, tramite il digiuno, il momento di Grazia in cui Dio ha rivelato al profeta Muhammad il Sacro Corano. La prima ragione del digiuno è, dunque, commemorativa e festosa, al tempo stesso. Gli ultimi giorni del mese benedetto sono contraddistinti da particolare fervore e dalla zakat al-fitr ovvero l’elemosina rituale prima del momento conclusivo del digiuno, costituito dall’Id-al-fitr (la festa comunitaria della rottura del digiuno).
Mohamed Refaat, responsabile della Comunità Islamica messinese e artefice di tante iniziative interreligiose, ha dichiarato: “A causa del Covid-19, stiamo vivendo un momento particolare, in cui il distanziamento diventa essenziale, pertanto, il Centro Culturale con annessa la Moschea – sita in Via Gaetano Alessi – riaprirà soltanto nel pomeriggio di sabato 23 maggio, per consegnare delle buste dono alle famiglie bisognose della comunità. Confermo che domenica 24 il Centro rimarrà chiuso ai fedeli. La scelta è stata dolorosa, ma abbiamo l’obbligo di tutelare la salute dei nostri fedeli e della comunità. Stiamo valutando – in linea con l’UCOII – una riapertura graduale, inoltre, speriamo di organizzare, nei prossimi giorni, un momento di preghiera comune assieme alle autorità civili e religiose della Città”.
di Domenico Interdonato