CMdB: Ma Messina fa ancora parte della Repubblica Italiana?

Quanto sta accadendo in queste ore nel nostro comune fa pensare che Messina non faccia più parte della Repubblica Italiana e si stia trasformando in una Signoria indipendente in cui l’omino forte dello Stretto pretende di dettare legge contro tutto e contro tutti. Ci riferiamo alla confusione determinatasi dalle vicende legate all’ordinanza sindacale n. 5 del 10 gennaio scorso, in vigore da lunedì 11 e, poi, revocata in diretta fb, che, oltre a essere in evidente contrasto in più parti con l’Ordinanza Regionale e i DPCM vigenti, rischiava di aggravare senza motivo la situazione economica e sociale cittadina senza alcun vantaggio per la tutela della salute dei cittadini che, ipocritamente, dichiarava di volere tutelare. Le spiegazioni del sindaco via facebook e l’annuncio del ritiro dell’Ordinanza Sindacale durante l’ultima diretta fb hanno, ulteriormente, aggravato la confusione e confermato che la genesi di tale ordinanza è il clima di continuo contrasto che il sindaco ha alimentato in questi mesi con la Regione, l’ASP, il Consiglio Comunale e contro chiunque manifesti dissenso. Tanto si è detto sull’assurda chiusura di tutte le attività essenziali del noto allegato 23 del DPCM del 3 dicembre, determinando anche la grottesca situazione per cui, da venerdì 15 gennaio, Messina sarebbe l’unica città al mondo in cui non sarebbe possibile neanche effettuare acquisti via internet.

Ma è singolare che né il DPCM del 3 dicembre e seguenti, né l’Ordinanza Regionale dell’8 gennaio prevedano, espressamente, la chiusura di barbieri, parrucchieri, mercati alimentari, mentre nella diretta fb dal Coc, ieri, il sindaco De Luca e l’assessora Musolino dichiaravano che barbieri, parrucchieri e mercati sono stati chiusi per volere della Regione. A conferma di quanto sopra, basta leggere l’art. 3 del DPCM del 3 dicembre 2020: “h) sono sospese le attività inerenti servizi alla persona, diverse da quelle individuate nell’allegato 24”. Nell’allegato 24, sono elencati i servizi per la persona che DEVONO rimanere aperti: Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia; Attività delle lavanderie industriali; Altre lavanderie, tintorie; Servizi di pompe funebri e attività connesse; Servizi dei saloni di barbiere e parrucchiere.

L’Ordinanza Regionale n. 7 del 9 gennaio 2021 non dice nulla al riguardo e, anzi, all’art. 1 si legge: “2. Per quanto non espressamente disciplinato si applicano le disposizioni di cui all’articolo 3 del decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 3 dicembre 2020”. A tutto ciò, si aggiungono le recenti dichiarazioni del dott. Croce, capo della Segreteria Tecnica dell’assessore per la Salute della Regione Siciliana che smentiscono le dichiarazioni dell’Amministrazione Comunale in merito a presunti chiarimenti con la Regione riguardo ad alcuni contenuti dell’Ordinanza Regionale. L’annuncio da parte del sindaco del ritiro dell’Ordinanza Sindacale in diretta fb con dichiarazioni rancorose e ostili nei confronti di tutte e tutti con, addirittura, il rifiuto per ripicca di assumere il servizio di raccolta rifiuti Covid in sostituzione all’ASP, conferma lo stato confusionale in cui si trova l’Amministrazione Comunale che aggrava la già difficile situazione sanitaria cittadina determinata – è bene ricordarlo – da un’assurda gestione della pandemia da parte degli organi sanitari e politici competenti, locali e regionali. Per questo, sollecitiamo un intervento della prefetta e del Governo nazionale, affinché ci si adoperi per ripristinare l’ordinamento giuridico della Repubblica Italiana nella nostra città e si tuteli la salute dei cittadini.

CMdB – Cambiamo Messina dal Basso

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