‘A Politics of Peace’ un nuovo libro dal don dott. Nicholas Joseph Doublet

Il libro A Politics of Peace: The Congregation for Extraordinary Ecclesiastical Affairs during the pontificate of Benedict XV (1914-1922) (Una politica di pace: la Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari durante il pontificato di Benedetto XV (1914-1922)) è il risultato di anni di ricerche dello storico don dott. Nicholas Joseph Doublet su questa importante struttura della Curia Romana durante un pontificato che ha coinciso con un momento delicato della storia mondiale. La Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari può essere considerata come il think tank politico della Curia Romana, in quanto è responsabile delle relazioni bilaterali del Vaticano con altri stati, nonché del trattamento di delicate questioni ecclesiastiche nelle chiese locali. Essa era composta dai cardinali più influenti della Curia, i più stretti consiglieri del Papa.

Questo studio presenta i cardinali membri di questa Congregazione sotto una nuova luce mentre i loro dibattiti rivelano relazioni dinamiche che, a volte, si sviluppano in modi inaspettati. Espone, inoltre, nuove rivelazioni sul rapporto tra Benedetto XV, il suo segretario di Stato, Pietro Gasparri, e gli altri cardinali. Il libro A Politics of Peace sarà lanciato venerdì 6 marzo, alle ore 18.30, nella Curia dell’Arcivescovo a Floriana. Relatori ospiti sono don dott. John Berry, decano della Facoltà di Teologia dell’Università di Malta, dott. Simon Mercieca, docente anziano del Dipartimento di Storia, dell’Università di Malta, e don prof. Roberto Regoli, capo del Dipartimento di Storia della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana. Il pubblico è cordialmente invitato a partecipare. Un piccolo ricevimento sarà servito dopo il lancio del libro. Sarà presente anche l’autore per l’occasione.

Con questo libro, mi è venuto in mente e nel cuore quel famoso brano che il gesuita padre Giuseppe Quirico ha scritto nel suo volume Il Vaticano e la guerra, pubblicato nel 1921, a Roma, quando scrisse su Papa Benedetto XV, dopo che ebbe fatto un’ottima ricerca a tutti i documenti riguardanti gli anni della guerra, conservati nel grande archivio della Segreteria di Stato e in quello appartenente alla Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari. Nell’immenso urto di popoli e di Nazioni, Benedetto XV, al pari del suo predecessore Pio X, caduto affranto dalla malattia e dal dolore nelle prime mosse della guerra, non si schierò per l’una o l’altra parte dei belligeranti, ma si elevò al di sopra di tutti, seguendo dall’alto del Vaticano con cuore commosso l’avvicendarsi della lotta tra quelli che pure erano i suoi figli.

Papa Benedetto XV, il cui suo pontificato fu svolto in uno dei periodi decisamente più difficili e drammatici della storia umana, nonostante ebbe pochissime soddisfazioni, non fu mai abbattuto nella sua grandissima speranza della pace. Infatti, questa famosa preghiera per la pace, composta personalmente da lui e che porta la data del 10 gennaio del 1915, fu trasmessa a ogni Chiesa locale. “Sgomenti dagli orrori di una guerra che travolge popoli e Nazioni, ci rifugiamo, o Gesù, come scampo supremo, nel vostro amatissimo Cuore; da Voi, Dio delle misericordie, imploriamo con gemiti la cessazione dell’immane flagello; da Voi, Re pacifico, affrettiamo con voti la sospirata pace. Dal vostro Cuore divino, Voi irradiaste nel mondo la carità, perché tolta ogni discordia, regnasse fra gli uomini soltanto l’amore: mentre eravate su questa terra, Voi aveste palpiti di tenerissima compassione per le umane sventure. Deh! Si commuova, dunque, il Cuor vostro anche in quest’ora, grave per noi di odi così funesti, di così orribili stragi! Pietà vi prenda di tante madri, angosciate per la sorte dei figli, pietà di tante famiglie, orfane del loro capo, pietà della misera Europa, su cui incombe tanta rovina! Inspirate Voi ai reggitori e ai popoli consigli di mitezza, componete i dissidi che lacerano le Nazioni, fate che tornino gli uomini a darsi il bacio della pace, Voi, che a prezzo del vostro Sangue li rendeste fratelli. E come un giorno al supplice grido dell’Apostolo Pietro: salvaci, o Signore, perché siamo perduti, rispondeste pietoso, acquetando il mare in procella, così oggi, alle nostre fidenti preghiere, rispondete placato, ritornando al mondo sconvolto la tranquillità e la pace. Voi pure, o Vergine santissima, come in altri tempi di terribili prove, aiutateci, proteggeteci, salvateci. Così sia”.

di Fra Mario Attard

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