Tutelare gli operatori che assistono gli alunni e gli studenti disabili anche nei giorni di chiusura degli asili nido e delle scuole

A chiederlo è il sindacato autonomo FIADEL, in una nota inviata al sindaco di Messina, Cateno De Luca, e al Consiglio di Amministrazione della Messina Social City. Il timore è che le ore non effettuate a causa della chiusura delle scuole disposta sull’intero territorio nazionale dal 5 al 15 marzo non siano conteggiate a fine mese, creando un notevole problema economico a decine di famiglie. “Il provvedimento – spiegano i dirigenti sindacali, Clara Crocè e Gianluca Gangemi – deve riguardare anche i lavoratori impegnati nei Centro Socio-Educativi e nel trasporto degli studenti disabili. Chiediamo che le assenze forzate degli operatori siano considerate a tutti gli effetti prestazione lavorativa e, quindi, non soggette a decurtazione economica di ferie, permessi o recuperi”.

A supporto della richiesta della FIADEL,un approfondimento della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro che prevede che, nel caso in cui per una decisione della pubblica autorità il lavoratore sia impossibilitato a recarsi al lavoro per cause indipendenti dalla propria volontà, questi rimarrà a casa, ma con la retribuzione pagata. Da puntualizzare che il lavoratore non è tenuto a recuperare le ore di lavoro non prestate e che ha diritto alla retribuzione nel caso in cui l’obiettivo perseguito dall’autorità sia finalizzato alla tutela della pubblica incolumità, come nel caso del contenimento dell’epidemia da coronavirus”. Citando le disposizioni dell’articolo 1258 del Codice Civile, il sindacato ricorda che “l’obbligazione si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile”. Crocè e Gangemi chiedono una convocazione urgente per discutere dell’organizzazione del lavoro dei dipendenti della Messina Social City.

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