Viaggio in Italia: La Corte Costituzionale nelle Carceri, un film di Fabio Cavalli

Si è svolto, venerdì 16 gennaio, presso il Centro Congressi di Sapienza (Via Salaria, 113), alla presenza delle massime autorità accademiche di Sapienza e Unitelma Sapienza, la proiezione del film di Fabio Cavalli Viaggio in Italia. La Corte Costituzionale nelle Carceri, prodotto da Clipper Media e Rai Cinema. Alla proiezione del film, ha fatto seguito un dibattito a più voci, coordinato dal prof. Vincenzo Mongillo, promotore dell’iniziativa, al quale hanno partecipato tra gli altri il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giorgio Lattanzi, il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, e il prof. Glauco Giostra. All’incontro, in una sala gremita da più di centocinquanta partecipanti, hanno assistito docenti, studiosi, avvocati, rappresentanti del Ministero della Giustizia, dell’Amministrazione penitenziaria, dei Garanti dei detenuti e di associazioni dedite alle problematiche penitenziarie, oltre a numerosi studenti universitari e del Liceo Farnesina di Roma, accompagnati nell’occasione da esponenti delle Camere Penali.

Nell’ambito degli indirizzi istituzionali di saluto, il magnifico rettore di Sapienza, Eugenio Gaudio, nel sottolineare l’importanza dell’evento, ha richiamato allo “sforzo che il nostro Paese deve ancora profondere per il recupero e il reinserimento sociale dei detenuti”, e ha, altresì, ricordato come il professor Aldo Moro, che fu anche docente nella Facoltà di Scienze politiche della Sapienza, durante il suo corso di Istituzioni di Diritto e Procedura Penale riteneva imprescindibile una visita agli istituti penitenziari da parte degli studenti. Il magnifico rettore di Unitelma Sapienza, Antonello Folco Biagini, ha rimarcato il valore storico del Viaggio nelle carceri dei giudici della Corte costituzionale, ‘Giudice delle leggi’ e non delle persone, ma le cui decisioni influiscono, profondamente, sulla vita degli individui, inclusi i condannati. Ha, altresì, ricordato l’impegno concreto di Unitelma Sapienza per il mondo penitenziario, che si esprime anche mediante l’impiego giornaliero di alcuni detenuti in semilibertà presso il call center dell’Ateneo, nell’ambito della c.d. Terza Missione delle università.

Il regista Fabio Cavalli ha ricordato la genesi del film proiettato, avente ad oggetto l’incontro tra sette giudici della Corte Costituzionale e i detenuti di sette Istituti penitenziari italiani. Il film è il racconto dell’incontro tra due umanità, entrambe chiuse dietro un muro e apparentemente agli antipodi: da un lato la legalità costituzionale, dall’altro lato l’illegalità, ma anche la marginalità sociale. Attraverso la fisicità, l’ascolto, il dialogo, il Viaggio è divenuto occasione di uno scambio reciproco di conoscenze, esperienze e, talvolta di emozioni. Come ricordato dal dott. Cavalli, tutte le visite alle carceri hanno riservato delle sorprese: “Ogni carcere è un suo mondo, una scoperta, ogni detenuto è una persona con la sua storia. Ho tentato in questa lunga carrellata, seguendo i giudici e seguendo un po’ il mio istinto di mostrare al pubblico i volti del vero carcere, i volti e l’umanità delle persone che sono lì, le loro piccole storie, le loro tragiche storie, provando, attraverso la mediazione dell’emotività e dei sentimenti, a rendere sopportabile la durezza del contesto e a comunicare ciò che di per sé è poco comunicabile, cioè quel sottile sapere tecnico che la dottrina giuridica richiede, ma il pubblico rifugge, anche per la sua complessità”.

Nelle riflessioni successive alla proiezione del film – in cui sono state rivolte domande agli illustri ospiti anche dagli studenti presenti in sala –, il prof. Vincenzo Mongillo, ordinario di Diritto Penale in Unitelma Sapienza, ha sottolineato, nell’introdurre il confronto, il valore della storica iniziativa intrapresa dalla Corte costituzionale per riportare al centro del dibattito pubblico e scientifico i principi costituzionali che governano il ricorso alla pena e, in particolare, temi – come il carcere e la condizione dei detenuti – che non ricevono la dovuta attenzione, benché lo stato del sistema penale e, segnatamente, degli istituti penitenziari misuri quasi ‘millimetricamente’ il grado di civiltà di un Paese. Come emerso dal film – ha concluso il prof. Mongillo – rieduca il carcere che sa generare comunità, favorendo anche contatti extramurari, e, a fortiori rieducano le misure alternative alla detenzione.

Il presidente emerito della Corte costituzionale, Giorgio Lattanzi, principale promotore del Viaggio nelle carceri (che ha fatto seguito al Viaggio nelle scuole), ha, tra l’altro, affermato che mediante questa fondamentale esperienza ha potuto convincersi ancor più che non esistono ‘delinquenti nati’; l’idea della risocializzazione, sebbene scolpita a chiare lettere nella Costituzione, non trova piena attuazione a causa di un clima sociale che parte proprio da questo pregiudizio, secondo cui esistono rei per i quali non v’è nulla da fare se non neutralizzarli in carcere. Egli ha, altresì, commentato il suo costante richiamo a riscoprire un ‘patriottismo costituzionale’, ha ribadito che “la Costituzione è, soprattutto, per i più deboli; chi ha potere in qualche modo lo esercita!”, e ha, soprattutto, evidenziato l’infondatezza di alcune reazioni veementi alla recente sentenza della Corte sull’ergastolo ostativo.

Il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, ha sottolineato come il carcere sia una realtà ancora più dura di quella che emerge dal filmato: un’istituzione totale chiusa in sé stessa, un luogo in cui i rapporti tra detenuti si costruiscono anche mediante livelli di forza interna; per questo, è stato assai meritorio da parte della Corte costituzionale rompere l’isolamento totalizzante delle prigioni, opera a cui si dedicano costantemente anche i garanti dei detenuti. Il procuratore Salvi ha anche rammentato come il sovraffollamento sia di ostacolo alla rieducazione e questa situazione è tanto più inaccettabile in quanto il numero dei detenuti in Italia è inferiore a molti altri Paesi europei, e, comunque, non può essere stabilito in base alla capienza, ma in base al livello di criminalità e alle diverse possibilità di esecuzione. Ha altresì fornito una fotografia della composizione della popolazione penitenziaria, notando come il numero di soggetti in stato di custodia cautelare sia, progressivamente, diminuito negli anni.

Il prof. Glauco Giostra, ordinario di Diritto Processuale Penale nell’Università Sapienza, oltre a ricordare il senso della proposta di riforma del sistema penitenziario elaborata sul finire della scorsa legislatura dalla Commissione da lui presieduta, ma non andata in porto, ha affermato che l’importanza del Viaggio della Corte sta anche “nell’aver attenuato quello stigma penitenziario che accompagna tutti gli operatori che a diverso titolo hanno a che fare con il carcere” (operatori penitenziari, studiosi del tema, magistrati di sorveglianza, ecc.). Ha anche osservato come qualsiasi fenomeno sociale registri due divaricazioni: la legge che lo regola e le norme superiori tra cui la Costituzione; la legge e la realtà. Tali divaricazioni nel caso del carcere sono tradizionalmente enormi, per cui occorre anche un rinnovamento del sistema penitenziario per cercare di ridurle. Nel corso delle conclusioni, il prof. Mario Morcellini, consigliere alla Comunicazione di Sapienza e Commissario AGCOM, ha notato come il film sia riuscito a trattare, dal punto di vista comunicativo, un tema aspro, crudele, come il carcere, in un modo capace di accrescere il nostro senso di umanità, e ha, altresì, rimarcato l’importanza per la crescita collettiva di investire in cultura, giacché senza cultura si diviene, inevitabilmente, vittima del senso di insicurezza.

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