In memoria del prof. avv. Alfonso Maria Stile

Il 7 marzo scorso è scomparso Alfonso Maria Stile, avvocato e professore emerito di Diritto Penale presso Sapienza Università di Roma. Alfonso Maria Stile è stato uno dei maggiori studiosi delle discipline penalistiche sin dagli anni settanta del secolo scorso, oltre che un celebre avvocato. Formatosi alla rinomata scuola penalistica napoletana, nonché in lunghi soggiorni di ricerca in Germania, la sua spiccata vocazione internazionale lo aveva condotto ad assumere cariche di grande prestigio, come quelle di vice presidente dell’Association Internationale De Droit Pénal (AIDP), presidente (prima effettivo e poi onorario) del relativo Gruppo Italiano e, altresì, preside e poi vice presidente del famoso Istituto Superiore Internazionale di Scienze Criminali (ISISC) di Siracusa, fondato da M. Cherif Bassiouni (oggi Siracusa International Institute). Tra i suoi scritti più noti: Il giudizio di prevalenza o equivalenza tra le circostanze (1971); Omissione, rifiuto e ritardo di atti di ufficio (1974); Discrezionalità e politica penale giudiziaria (1976-1977); Bene giuridico e riforma della parte speciale (1985); Responsabilità oggettiva e giudizio di colpevolezza (1989); Le discrasie tra dottrina e giurisprudenza in diritto penale (1991); La commisurazione della pena nel contesto attuale del sistema sanzionatorio (1991); La riforma della parte generale del codice penale: la posizione della dottrina sul progetto Grosso (2003); I principi fondamentali del diritto penale tra tradizioni nazionali e prospettive sovranazionali (2015).

Di recente pubblicazione, per i tipi della ESI-Edizioni scientifiche italiane, è il volume Politica criminale e riprogettazione del codice penale, curato dal prof. Alfonso Maria Stile (assieme a Vincenzo Mongillo). Il volume raccoglie gli Atti del Convegno, svoltosi il 25 giugno 2018, nell’Aula Giulio Cesare del Palazzo Senatorio (Campidoglio), organizzato dalle Università Sapienza e Unitelma Sapienza di Roma e dall’Associazione di studi penalistici Sandano, sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica e con il patrocinio della Presidenza dell’Assemblea Capitolina del Comune di Roma. In occasione del Convegno, presieduto dal prof. Stile, venne conferito il IX Premio Internazionale Silvia Sandano al prof. Francisco Muñoz Conde (catedrático de Derecho penal presso la Universidad Pablo de Olavide – Sevilla). Di seguito, il ricordo del magnifico rettore di UnitelmaSapienza, prof. Antonello Folco Biagini, del presidente di Telma Sapienza scarl, prof. Cesare Imbriani, e di un allievo del prof. Stile, il prof. Vincenzo Mongillo, ordinario di Diritto Penale presso UnitelmaSapienza. Antonello Folco Biagini: “Il prof. Alfonso Maria Stile, illustre giurista e principe del foro, ha avuto una lunga e brillante carriera accademica culminata con l’approvazione all’unanimità e per acclamazione della proposta di nomina a professore emerito da parte dell’Università Sapienza di Roma. Il suo alto contributo al progresso del pensiero penalistico nell’ultimo mezzo secolo, all’insegnamento e alla crescita culturale degli studenti e dei giovani studiosi, alla creazione di un contesto di riconoscimento comune in seno all’Accademia, assieme a una non comune gentilezza, simpatia ed eleganza dei modi, suscitavano l’ammirazione di tutti e lasceranno un ricordo indelebile e prezioso”.

Cesare Imbriani: “Alfonso Maria Stile, collega nella Facoltà di Giurisprudenza di Sapienza Università di Roma, rappresenta, nelle nostre varie fasi di comune vita accademica, un esempio unico di vicinanza culturale e di amicizia intellettuale. A Napoli, nella effervescente Facoltà di Giurisprudenza dell’Università, grandi maestri delle note Scuole di Diritto, di Economia, di Storia e di Filosofia del Diritto indirizzavano alla ricerca vari giovani studiosi che divenivano sodali in un solido progetto di formazione. Molti di essi si ritroveranno nel successivo percorso accademico, scientifico, professionale e culturale. Ecco che Alfonso Maria Stile diviene una costante della mia vita accademica: era raffinato e colto e ciò gli consentiva di entrare, più di quanto a volte io non facessi con lui, nel mio mondo di economista. Ma avevamo un comune sentire che ci consentiva una vicinanza intellettuale unica, deambulando per le stradine di Capri oppure prendendo un caffè nel bar dell’università. Ricordavamo spesso i comuni episodi napoletani, quando ci ritrovammo nella medesima Facoltà a Roma. Il garbo, la eleganza del dire, la capacità di esporre anche il dissenso in maniera equilibrata erano Sue prerogative uniche; l’amicizia e la piacevolezza dei rapporti erano una costante del suo agire. Ciao, caro indimenticabile Alfonso”. Vincenzo Mongillo: “Il prof. Alfonso Maria Stile è stato un insigne studioso e avvocato, maestro di tante generazioni di giuristi accademici e forensi, distintosi per il grande contributo all’evoluzione della scienza penale, in una dimensione anche sovranazionale. Oltre agli innumerevoli meriti scientifici e professionali, il prof. Stile aveva doti umane fuori dal comune, che gli erano unanimemente riconosciute e gli sono valse la stima, la gratitudine e il profondo affetto di chiunque abbia avuto il privilegio di conoscerlo, frequentarlo e lavorare al suo fianco: la straordinaria signorilità e umanità, l’equilibrio e l’eleganza, l’apertura mentale e la propensione all’ascolto, la capacità di sdrammatizzare unita a un innato senso di giustizia, un’attenzione costante agli studenti e ai giovani studiosi, verso i quali si rapportava con estrema semplicità e disponibilità. L’amore per la conoscenza e la sua divulgazione lo avevano indotto a organizzare, anche alla guida di importanti istituzioni scientifiche, tantissimi convegni e incontri di studio, sempre fecondi e sovente memorabili, attorno ai quali si riuniva la comunità scientifica nazionale e internazionale, favorendo il dialogo e il sentimento di appartenenza. Nel suo vastissimo respiro intellettuale non esistevano steccati, ma solo ponti culturali e umani. Questi valori il prof. Stile ha testimoniato in ogni istante della sua fulgida esperienza di uomo, professore e avvocato. Per l’Accademia, ha incarnato un paradigma che non deve andare smarrito e per tutti un riferimento a cui ispirarsi”.

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