Missione in Libano: Visita pastorale dell’ordinariato militare

Il vicario generale dell’Ordinariato Militare per l’Italia, monsignor Angelo Frigerio, accompagnato dal cappellano, don Pasquale Madeo, è giunto in questi giorni in Libano, per una visita pastorale ai militari italiani impegnati nella Missione UNIFIL. Accolto al suo arrivo dal generale di Brigata, Bruno Pisciotta, comandante del Contingente Nazionale in missione in Libano, l’alto prelato è stato aggiornato sulle attività sin qui condotte dagli italiani, con particolare attenzione a quelle svolte nel campo della solidarietà e del supporto alla popolazione locale. Mons. Frigerio ha avuto modo di parlare alle truppe schierate di fronte a lui, complimentandosi per come i militari della Brigata Aosta siano stati in grado di entrare nei cuori e nelle menti delle persone del Sud del Libano, con grande naturalezza e passione, conducendo una missione fuori dalle basi coinvolgendo la popolazione e per i risultati sin qui raggiunti, spronando le donne e gli uomini in missione di pace a cogliere, dalle difficoltà della lontananza da casa e dai propri affetti, nuova carica per dare il meglio di sé.

La fede, in questi momenti di missione all’estero, di voi uomini e donne con le stellette – ha detto il monsignore – diventa ancora di più dono prezioso per voi stessi e per gli altri, vivendo questo dono come testimonianza di una vita incentrata nella dedizione e nella professionalità, per divenire costruttori di pace, anche nelle realtà crude della vita e del mondo di oggi”. Nel corso della visita, mons. Frigerio, assistito dal cappellano del Contingente don Paolo Solidoro, ha celebrato una Messa solenne, nel corso della quale è stato conferito il Sacramento della Santa Cresima a 20 militari, auspicando e augurando che “voi militari, uomini di pace e per la pace, siate, qui in Libano, portatori di serenità negli animi, dovete continuare a promuovere una forte volontà di pace, a far crescere persone che, animate dalla fede o dalla diversa fede e credo, combattono ogni forma di prepotenza e di ingiustizia. Questo diventa, per ciascuno di voi, il vero senso dell’onore. In questo, sta il senso verace degli individui e delle Nazioni”.

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