Clausola sociale e servizio CUP di Messina

Come ho ribadito più volte, il tema occupazionale è la vera emergenza sociale del nostro territorio e chi si occupa di politica deve prioritariamente occuparsi di lavoro. Del lavoro che non c’è, ma anche di quello che c’è e che viene messo in discussione da scelte opinabili. Messina non si può permettere di perdere neanche un posto di lavoro – dichiara Franco De Domenico, deputato del Partito Democratico – per questo ho presentato una interrogazione urgente all’assessore alla Famiglia, alle Politiche Sociali e al Lavoro, Antonio Scavone, sulla vicenda che riguarda l’aggiudicazione della gara per la gestione del servizio Centro Unico Prenotazione di Messina che ha visto la Cooperativa sociale Asso subentrare alla società Radio Call Service di Piraino. Da quanto si apprende da fonti sindacali, il subentro, oltre a vertenze di carattere amministrativo davanti al Tar, ha dato origine ad un’accesa fase conflittuale tra i lavoratori precedentemente impiegati e il nuovo soggetto gestore.

Motivo del contendere sarebbe la volontà dichiarata dalla Cooperativa sociale Asso di non applicare la ‘clausola sociale’, peraltro esplicitata nel bando di gara, non garantendo l’assorbimento delle decine di unità di personale finora impiegate nell’erogazione del servizio, alle stesse condizioni contrattuali e con le stesse garanzie attualmente in essere. In buona sostanza, la Cooperativa Asso vorrebbe gestire in remoto il servizio e sarebbe disposta ad assumere, osservando, peraltro, in questo un’assoluta discrezionalità, soltanto quei lavoratori che si licenzieranno dalla Società Radio Call Service, sulla base di un inquadramento contrattuale a tempo determinato e senza il riconoscimento di nessun diritto contrattualmente acquisito. Non vi è dubbio che l’incertezza del quadro nel quale si sta determinando l’avvicendamento tra il nuovo gestore del servizio CUP e quello precedente, rende oltremodo legittime le preoccupazioni relative alla effettiva volontà dell’azienda subentrante di continuare a impiegare operatori residenti nel territorio di Messina.

Non inganni, infatti, la circostanza che si tratti di un callcenter, perché la delicatezza del lavoro svolto non è equiparabile ai servizi omologhi, infatti, la conoscenza degli ospedali locali e delle abitudini del territorio non è secondario in una efficiente gestione del servizio. Pertanto, poiché non è per nulla difficile individuare i soggetti titolari delle credenziali che hanno gestito il servizio, non vi sono motivi per non applicare la clausola sociale. Senza trascurare l’importanza che il servizio assume in momenti difficili ed emergenziali come quello attuale per la sanità – conclude De Domenico –, non lesinerò energie affinché nessun lavoratore messinese perda il proprio posto di lavoro per effetto della aggiudicazione del servizio Cup a un diverso gestore”.

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