Il fascino del Sabato Santo

Mentre sto vivendo questa particolare esperienza, causata dal Coronavirus con i malati e lo splendido e generosissimo personale dell’Ospedale oncologico Sir Anthony Mamo (SAMOC) a Malta, non posso non volare nello spirito nel fascino del Sabato Santo, cioè, nel giorno del grande silenzio attivo, attivissimo. L’antica Omelia sul Sabato Santo mi fa pensare e fissare il mio sguardo proprio su questa attività e non attivismo di Nostro Signore Gesù Cristo. Mentre sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine, e, diciamolo pure, pare che il grande silenzio sta nel fatto che il Re dorme e il Dio fatto carne si è addormentato, la verità dice ben altra cosa! Dio è morto nella carne, ma è sceso a scuotere il regno degli inferi. L’omelista ci dà l’autentica ragione per questa cosa: certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Talmente condotto dall’amore della vicinanza, Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.

Questa vicinanza si traduce così: Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Adamo si prese dalla gioia e disse: “Sia con tutti il mio Signore”. E Cristo gli mostrò la sua tenerezza dicendogli: “E con il tuo spirito”. E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: “Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà. Poi gli esplicò il piano d’amore del Padre: Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine. L’umanità di Cristo è la piattaforma da cui emerge la sua divina misericordia per tutta l’umanità ferita dal peccato: Ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi, mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.

Quanto amore il Signore ci ha mostrato nell’essersi fatto uomo come te e me! Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta. Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.

Davanti a questo amore divino una cosa rimane: la nostra decisa collaborazione umana! E il Signore ci incoraggia fortemente ad aprire il nostro cuoricino per fare il passo definitivo verso di Lui! Sorgi, allontaniamoci di qui. E quali sono i benefici del nostro sì a Cristo, che è venuto nei nostri inferi, per noi? Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io, invece, non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio. Il vero amore, anche quello di Gesù Risorto, non impone se stesso su di noi. Ci dà la libera scelta. Ma questo non significa affatto che tace nel grande silenzio. Al contrario! Ci ricorda nella eterna benedizione se lo riceviamo! Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli. Ora è tutto nelle nostre mani! E questo non lo chiamo attrazione? Grazia? Incanto? E carisma eterno? Se, come dice il grandissimo teologo svizzero, Hans Urs Von Balthasar, il criterio della verità è la bellezza, vale a dire la bontà, esiste una bontà come quella di Nostro Signore Gesù Cristo, che viene nei nostri inferi della paura, tristezza, angoscia, incertezza e così via, ancora oggi, a salvarci? Non è questo il vero fascino del Sabato santo?”.

di Fra Mario Attard

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