Liberty Bell… a Castroreale suona la Campana della Libertà

In uno dei Borghi più Belli d’Italia, la nuova provocatoria installazione di Alex Caminiti. Domenica 2 settembre, ha suonato la Campana della Libertà, a Castroreale, lo storico Borgo caro a Federico II d’Aragona. Alex Caminiti ci ha stupito ancora con un’installazione provocatoria ed errante, si errante perché Liberty Bell è realizzata su un materiale povero, addirittura piegabile e trasportabile ovunque. Ovunque sia necessario convocare a raccolta gli intelletti superiori ed i cuori impavidi perché giunge il momento di affrontare il cambiamento, sia esso culturale, sociale o artistico. La Campana è un grande telo da copertura blu con impressi in stile Pop i volti e i simboli caratterizzanti artisti geniali e arditi combattenti per la libertà come il Che (Ernesto Guevara) e Jimi Hendrix, icone immortali di innovazione e coraggio.

Sul telo sono presenti anche i nuovi Dei della Marvel; Wonder Woman, Batman e Superman a rievocare la necessità di combattere, con la fantasia, il grigiore causato dallo spegnimento delle emozioni e dalla mancanza di una nuova visione globale che della libertà faccia unica bandiera. In questo luogo cosi antico e carico di storia, in questo luogo magnetico dove la natura esplode in una visione di violenta bellezza che arresta il respiro e il pensiero affacciandosi alla grandezza del mare, ha preso vita il primo rintocco di Liberty-Bell adagiata su una storica fontana come fosse nuova acqua, nuova vita.

Un forte scossone questo, dato nella Piazza delle Aquile prospicente all’antico Duomo seicentesco che ospita tra le altre le antiche meraviglie di Giovan Filippo Criscuolo (Polittico della Natività) e Antonello Gagini (sculture marmoree), che provoca prima turbamento e dopo riflessione sul tempo che viviamo e come siamo usi ad impiegarlo. Arrivata la sera Liberty-Bell ci ha lasciato, ha reso la piazza alla sua proprietaria: La Fontana! Con un nuovo tarlo ci lascia Alex Caminiti, un nuovo quesito: “Suonerà ancora Liberty-Bell…e dove?”.

di Carlo Spanò

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