Lunedì 3 febbraio di venticinque anni fa, il 1995, l’autocisterna Um El Faroud è stata portata nel Bacino numero 3 per riparazioni al Cantiere. Due giorni dopo, a tarda sera, il destino di questa petroliera libica ha causato la morte di nove dei suoi lavoratori, nella più grande tragedia che il cantiere navale abbia mai visto e che ha fatto precipitare Malta in un lutto profondo. L’esplosione della cisterna della nave è rimasta impressa nella memoria non solo dei parenti delle nove vittime, ma anche dei lavoratori dei cantieri navali e di molti residenti delle vicinanze, tra cui Joseph Serracino, che ancora ha vivi ricordi dell’evento che ha causato una stragrande angoscia nazionale. “Corsi veloce per vedere cosa fosse successo e di fronte vidi una colonna di fuoco proveniente dal molo numero 3, grande quasi quanto l’orologio di Senglea”. Joseph Serracino e sua moglie avevano appena spento la televisione e stavano per andare a dormire, quando improvvisamente sentirono un’esplosione e si precipitarono immediatamente sul balcone di fronte all’ex cantiere navale di Cospicua.
Serracino dice di aver sentito una seconda esplosione e, dopo ciò, ci furono alcuni secondi di silenzio assordante fino a quando le sirene interruppero la pace e la quiete. C’erano scene di panico e gente che correva per la strada che rimarrà per sempre impressa nella sua mente. Serracino, che lavorava al cantiere navale, si rese immediatamente conto della gravità della situazione che si era appena verificata. Sulla nave cisterna Um El Faroud da 10.000 tonnellate, c’erano nove persone che lavoravano nel turno di notte – questo doveva essere l’ultimo turno della loro vita. Altri continueranno a sostenere il peso delle cicatrici, sia fisiche che psicologiche, per il resto della loro vita: Joseph Abela è una di queste persone. Appena riprese conoscenza, nell’oscurità totale, pensò immediatamente a sua moglie che era incinta e che stava per partorire. Trovò la forza di scendere dalla nave e la chiamò per dirle che si era verificato un incidente, ma che era vivo e stava bene.
L’inchiesta sull’esplosione che distrusse l’autocisterna stabilì che una scintilla emessa da un bruciatore appartenente a un lavoratore causò l’esplosione. La vittima più giovane della tragedia di Um El Faroud aveva 22 anni, mentre la più anziana aveva 57 anni. Il funerale delle nove vittime ebbe luogo nella Parrocchia di Paola, mentre la nave fu affondata a Wied Zurrieq, nel 1998, e funge da attrazione per i subacquei. La ferita nazionale della più grande tragedia del cantiere navale di Malta non sarà mai dimenticata. Domenica 2 febbraio, il Consiglio locale di Cospicua ha ricordato questa tragedia con i parenti delle nove vittime in una cerimonia al memoriale di El Faroud all’ingresso delle Tre Città.
di Fra Mario Attard