‘I genitori volanti’… la Sicilia sempre più terra di emigrazione

L’aeroporto di Catania pian piano già dal periodo estivo ha ripreso la sua attività quasi a pieno regime e, in questi giorni, apre nuovamente le sue porte, consentendo le attese e l’entrata dei visitatori nei suoi locali. Da martedì 26 ottobre, infatti, su ordinanza di ENAC e in accordo con tutti gli enti di Stato, gli accessi nell’aerostazione sono ripristinati alla situazione pre Covid. E questo è, sicuramente, un vantaggio per tutti i passeggeri, dal momento che la sicurezza sanitaria è sempre garantita da idonee misure per evitare problemi. Frequentando l’aeroporto di Catania anche in periodi meno trafficati, nella folla dei viaggiatori diretti nel Nord Europa Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda e, talvolta, anche paesi scandinavi, abbiamo notato un gran numero di insoliti ‘turisti’, ultrasessantenni, anche donne sole, che consultano febbrilmente orari, tariffe aeree, cercando coincidenze, trascinando borsoni rigonfi, chiedendo con ansia informazioni sulle novità anti Covid. Non sono alla ricerca di tour in città d’arte europee, ma vanno a visitare i loro figli, da tempo ormai trasferiti oltre frontiera per motivi di studio o di lavoro. C’è la signora ultrasettantenne della provincia di Ragusa che parte per l’Olanda, “Ho dovuto imparare a prenotare i voli low cost sulle piattaforme delle compagnie aeree e a fare il check-in. L’Olanda non è difficile da raggiungere via aereo dalla Sicilia, fortunatamente, ma bisogna valutare i momenti più opportuni, quando ci sono le offerte proposte dalle compagnie aeree, perché nel periodo Covid hanno annullato tanti voli” – ci dice la signora. “Il vero problema, in certi casi, è raggiungere l’aeroporto di Catania o di Comiso. Le strade in Sicilia non sono curate e le autostrade sono piene di buche”. Raggiungere l’aeroporto di Catania, da Messina o da Ragusa, è, infatti, un vero trauma. Sui social, impazzano i gruppi di viaggiatori che avvisano gli iscritti sui pericoli e gli incidenti, sostituendosi all’informazione ufficiale. “L’A18 viene chiamata ‘la trazzera’”, ci dice un’altra coppia, proveniente da Giammoro, in attesa di prendere l’aereo della Luxair con direzione Lussemburgo. Il Gran Ducato e i Paesi Bassi sono spesso meta di ingegneri meccanici, informatici e matematici, medici, infermieri che, una volta giunti in quelle nazioni, riescono a trovare, una occupazione, se esperti e molto motivati, esulando dalle tradizionali lungaggini italiane. I nuovi migranti partono già con un contratto e un alloggio, specie se qualificati. Consultano le offerte di lavoro via internet, sostengono colloqui sulle piattaforme multimediali di ditte ed enti, pochi si muovono senza un’idea precisa, perché sanno che questo renderà loro la possibilità di sistemarsi molto più complicata. I gruppi sui social si moltiplicano per scambiare esperienze di vita e consigli.

La preparazione è fondamentale, la voglia di mettersi in gioco, la capacità di rialzarsi dopo una sconfitta: queste le qualità di questi giovani che, in questi ultimi anni, hanno lasciato la Sicilia. Il coraggio non manca nemmeno a queste mamme viaggiatrici. “Per raggiungere gli aeroporti del Centro Europa in periodo invernale, con tariffe più convenienti sono costretta a fare scalo nell’isola di Malta, per poi raggiungere da lì la mia meta” – ci dice un’altra signora, ultrasettantenne –. Ho imparato a smanettare su internet. Consulto i siti come Omio, Volare gratis, talvolta commetto errori, ma la voglia di vedere i miei nipotini mi fa superare tutto. Ho affrontato la difficoltà dell’aeroporto di Francoforte che è enorme, con il cuore in gola, ma sono riuscita ad arrivare a destinazione”. C’è chi è rimasto bloccato all’estero, durante la pandemia. È il caso di una signora che recatasi dalla figlia a Vienna, nel marzo del 2020, è rimasta ferma lì per tre settimane, senza riuscire a tornare a casa in Sicilia, anche perché terrorizzata da tutte le notizie dei telegiornali e, non ultimo, dalle tariffe aeree schizzate a prezzi esorbitanti. Alcuni raccontano di aver avuto voli annullati, in quei momenti terribili, con scarsi rimborsi. “Per questo, mi sono iscritta a un gruppo di consumatori su Facebook – ci dice un’altra viaggiatrice e attendo risposte”. “Guardo con tristezza la mia casa vuota, enorme, diventata ormai inutile e sono tentata di metterla in vendita per trasferirmi in Germania, vicino a mio figlioci dice un’altra madre in attesa del volo per Francoforte. Mi blocca la difficoltà di imparare una lingua così difficile come il tedesco, alla mia età non è facile cambiare le abitudini e lo stile di vita”. Anche l’isola di Malta è piena di ragazzi siciliani che hanno trovato un’occupazione. Per le ‘mamme volanti’, il tragitto è più semplice: sono tanti i voli diretti che la collegano con la Sicilia. “Ormai per me è diventata un’abitudine. Il volo dura circa 45 minuti e, così, posso abbracciare i miei nipotini. Il difficile è raggiungere via autostrada l’aeroporto, dato che gli orari dei treni previsti non sempre soddisfano le esigenze dei passeggeri, specie dei voli mattutini”. Il fenomeno delle ‘madri e dei padri volanti’ aumenta di anno in anno, mentre la Sicilia si spopola di tanti ragazzi che, dopo essersi formati negli istituti italiani, sono costretti ad abbandonare la propria terra perché non viene riconosciuta loro la professionalità acquisita, nell’indifferenza generale che tende a livellare tutto, sottopagando l’impegno profuso dalle nuove generazioni per procurarsi competenze innovative che, invece, sarebbero così importanti per far ripartire la nostra economia.

di Pina Asta

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