Carissimo Joe, quattro anni fa ci hai lasciati

Quattro anni il carissimo fratello Joe Saliba ci hai lasciati! Quattro anni fa la gioiosa luce, che ti ha sempre circondato, è stata spenta una volta per sempre per questa vita dolorante e ansiosa! Quanto ho pianto, fratello mio, nella mia celletta del convento dopo la tua dipartita! “Ma, più che piango per la tua partenza più mi sento amato, accettato e supportato dal Colui che è la nostra vera pace!” (cfr. Ef 2,14). Perché, fratello mio, più vola il tempo più sento il tuo grido entusiasta e incoraggiante per la vigna del Signore diretto specificamente a me. “Coraggio Mario! Abbraccia il mondo! Coraggio! Vai e continua ad uscire a seminare il Regno di Dio!”. Non posso dimenticare quelle lunghe condivisioni che tu e io facevamo insieme, particolarmente quando eravamo nello stesso turno quando lavorammo insieme nell’Ospedale Mater Dei! Quanti sogni abbiamo condiviso insieme! Quante storie abbiamo raccontato l’uno all’altro! E quanto conforto sperimentammo nel nostro intimo dopo ogni conversazione! Quanti mi mancano quelle conversazioni carissimo Joe! E tu sai perché. In verità, parlando con te non significava solamente sfogare una rabbia antica o recente e nemmeno parlare su una circostanza assai dolorosa e colma d’ingiustizia. No! Parlare con te significava rinascere di nuovo! Rivivere il carisma cappuccino nel mondo di oggi con gioia e fiducia e mai con quel maledetto senso di paura e di quello che dicono gli altri su di me! In poche parole, servire, servire, servire gli ultimi e i periferici della nostra società, in particolar modo ‘gli ammalati’! Anche se questo manifesta chiaramente rimboccarsi le mani con lavoro assiduo, duro, paziente, ma nello stesso tempo necessario! Carissimo Joe, ti vedo ancora fare quel benedetto giro, intorno a quel grandissimo ospedale che sembrava un ‘titanic’ sulla terra! Che non ha inizio e nemmeno una fine! Ma tu, con quella aria di bambino umile e obbediente al tuo Padre celeste e fedelissimo fratello di san Francesco, andavi a trovare la pecora smarrita!

E, per recuperarla al Regno, andavi dappertutto! Quando ti penso non posso non ricordarmi di quella potentissima affermazione che il nostro amatissimo papa Francesco fa proprio nella sua esortazione apostolica sull’annuncio del vangelo nel mondo attuale, Evangelii Gaudium, quando ci dice: “Il bene tende sempre a comunicarsi” (nro. 9). Grazie Joe per aver vissuto in uno splendido modo la gioia del vangelo esattamente facendo le piccole cose della vita quotidiana con grandissimo amore e umiltà! Grazie per averci comunicato la speranza che non muore mai! Grazie per averci lasciato lo Spirito Santo a guidarci! Grazie per la tua umile fede che ti ha trasformato in un bellissimo dono di una estrema generosità! Grazie per averci lasciato Gesù a colmarti con la sua presenza al punto che sei diventato il sacramento di gioia del Cristo Risorto per noi! Grazie per averci fatto amare la Nostra Mamma Celeste Maria tramite il tuo dedicatissimo impegno di recitare con grandissimo cuore il santo rosario per gli agonizzanti! Grazie per aver pregato per tantissime volte innumerevoli coroncine della Divina Misericordia! Grazie per aver lasciato lo spirito santo incarnare in te lo stesso spirito di san Giuseppe Moscati, che tu hai amato con tutto il tuo cuore! Lo so che il grande e santo medico di Napoli ti ha chiamato a fargli eterna compagnia proprio nella sua festa liturgica, il 16 novembre.

Il tuo profondo ascolto ai moltissimi cuori spezzati che hai incontrato durante il loro percorso terreno è già di per sé un segno fecondo che sei stato veramente il discepolo che ha amato Gesù fino alla morte. La tua fermezza davanti alla Croce ci ha mostrato non solo la tua fede incrollabile, ma anche la tua attiva e gioiosa consolazione nell’attesa della Risurrezione. La tua passione per l’evangelizzazione ci ha resi conto sull’urgenza di essere portatori giocondi e semplici del Vangelo della vita ovunque. La tua audacia di essere sempre più vicino al popolo di Dio a Malta e Gozo ci ha fatto assaggiare la vitalità della contemplazione in azione che porta la bellezza concreta di gesti di comunione e condivisione fraterna con tutti. Carissimo fratello Joe, è vero che sono passati quattro anni dalla tua scomparsa da quel tragico mercoledì 16 novembre 2016, ma tu sei qui insieme a noi! Tu sei ancora l’icona vivente dell’umile servo del Regno di Dio che fa soltanto quello che il Padrone gli ha comandato di fare! Prega per noi, i tuoi piccoli frati cappuccini che serviamo sempre con quella fede e generosa fiducia il Signore. Aiutaci con le tue preghiere ad essere incessantemente frati con il grembiule che servono la giustizia, l’amore, il perdono, la comprensione, insomma la misericordia del Padre. Cammina con noi affinché capiamo veramente che tutto il mondo è a Malta e a Gozo, e che è giunta l’ora di andare in ogni periferia possibile nell’Arcipelago maltese per portate la gioia che viene soltanto dall’umiltà, semplicità, tenerezza, e perseveranza in quello che è santo e che porta la vera misericordia del cuore e dello spirito. Prega per noi con Maria, che tu hai amato tanto, per essere materni come lei con noi stessi, i nostri frati in fraternità e con gli altri! Amen! Alleluia! Infine, grazie Joe che mi hai dato la possibilità di accompagnarti fino alla porta del cielo tramite la santa unzione degli infermi, l’assoluzione con l’indulgenza plenaria, la coroncina della Divina Misericordia e il fatto stesso di essere con te fino all’ultima goccia della tua vita! Ti voglio bene! Ci vediamo quando Gesù vorrà! “Intanto, torniamo a Gerusalemme terrena con grande gioia” (cfr. Luca 24,52)! Perché, e come tu sai, c’è moltissimo da fare! Forse più di quattro anni fa.

di Fra Mario Attard

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